Sessant’anni, molti dei quali trascorsi tra le strette mura di una cella. E, prima, anni durante i quali ha commesso errori, camminato nell’oscurità. Eppure Pietro (il nome è di fantasia) ha saputo vedere la luce. Il 2 aprile, Lunedì dell’Angelo, riceverà il sacramento della Cresima dalle mani dell’Arcivescovo.
Sessant’anni, molti dei quali trascorsi tra le strette mura di una cella. E, prima, anni durante i quali ha commesso errori, camminato nell’oscurità. Eppure Pietro (il nome è di fantasia) ha saputo vedere la luce. E la sua nuova vita è iniziata proprio scontando la pena nel carcere duro di Tolmezzo. Solo, a chilometri e chilometri da casa, dagli affetti e dalla famiglia, il detenuto ha incontrato Gesù e riabbracciato la fede. Il 2 aprile, Lunedì dell’Angelo, riceverà il sacramento della Cresima dalle mani dell’Arcivescovo.
Anche quest’anno, infatti, mons. Andrea Bruno Mazzocato non farà mancare la propria vicinanza a un mondo, quello del carcere, di cui troppo spesso ci si dimentica nella frenesia delle festività. L’Arcivescovo celebrerà l’Eucarestia nella casa circondariale di Udine il giorno di Pasqua e l’indomani presiederà una S. Messa nella struttura penitenziaria di Tolmezzo.
A Tolmezzo, prima della celebrazione, l’Arcivescovo si raccoglierà in preghiera negli spazi destinati ai detenuti del 41 bis, che non potendo uscire dalle celle non potranno prendere parte alla Messa. Dal centro del corridoio dell’area di massima sicurezza leggerà loro un passo del Vangelo offrendo una meditazione. Poi, come sua abitudine, si accosterà ad ogni cella per incontrarli uno a uno e formulare insieme una preghiera. La S. Messa sarà celebrata alle 9.30, accompagnata dai canti del coro della forania di Gemona.
Lunedì, Pietro potrà eccezionalmente uscire dalla sua cella per la celebrazione della Cresima, che si vivrà subito dopo la Messa, nella cappella dell’istituto.
Approfondimento sul numero de «la Vita Cattolica» in uscita oggi.
