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Chiesa

Martignacco, dopo don Efrem (90 anni), don Luca (34 anni)

L’Arcivescovo: “E’ giovane ma ha esperienza e capacità per fare il pastore di una comunità importante come Martignacco”

L’intera comunità di Martignacco ha accolto sabato 8 ottobre il nuovo  parroco, don Luca Calligaro con la solenne S. Messa di immissione in possesso,, presieduta dall’Arcivescovo mons.  Andrea Bruno Mazzocato.

 “In questa bellissima celebrazione, con ll’ingresso del nuovo parroco, concludiamo un periodo di alcuni mesi, un po’ straordinario, di cambiamento, a volte anche un po’ impegnativo  – ha sottolineato l’Arcivescovo -. Oggi c’è il passaggio del testimone,  dopo che don Efrem, che con un gesto di grande onestà di pastore e anche con sofferenza offerta al Signore, aveva rassegnato le dimissioni. Don Efrem, che tra pochi giorni compirà 90 anni, continua ad accompagnare la comunità di Martignacco, come ha fatto per 50 anni, con la preghiera. Con le dimissioni di don Efrem è iniziato un percorso che oggi si conclude, consegnando a Martignacco un nuovo parroco, che non si può nemmeno chiamare figlio, ma nipote di don Efrem: da 90 anni passiamo a 34 anni! Un grande grazie anche a chi in questi mesi, con grande disponibilità, si è occupato di fare i passaggi necessari, in particolare l’amministratore parrocchiale  mons. Adriano Caneva, pur con i suoi impegni di parroco e vicario foraneo di Fagagna, e tutti i collaboratori parrocchiali”.

Mons. Mazzocato ha sottolineato il passaggio generazionale. 34 anni, don Calligaro è il parroco più giovane della diocesi. E’ nato a Gemona del Friuli il 30 maggio 1982 e cresciuto  a Buja. È stato ordinato sacerdote il 27 giugno 2009 e negli ultimi cinque  anni ha prestato servizio nella parrocchia di Lignano, in qualità di vicario  parrocchiale, interessandosi soprattutto dei giovani e della pastorale  turistica.

“Don Luca è di giovane età, ma per quello che ho potuto personalmente constatare  e per le informazioni raccolte da chi lo conosce bene, ho pensato che potesse assumere non solo la responsabilità di parroco, ma anche di una comunità importante come  Martignacco – ha evidenziato l’Arcivescovo -. Lo affido  alla protezione della Vergine Maria e dello Spirito Santo, ma anche alla protezione vostra. Don Luca ha già esperienza e anche delle belle qualità di sacerdote, di grande equilibrio, però è giovane. Non dico che dovete insegnargli a fare il parroco, che non sarebbe giusto, ma accompagnarlo tutti insieme sì, in un buon rodaggio. E’ una bella occasione per ripartire tutti in un cammino di comunità cristiana dove tutti, sotto la guida del parroco che rappresenta il Vescovo, si uniscono. Ognuno ci metta la sua parte, in collaborazione con gli altri. Allora la comunità cristiana diventa come un corpo, ricco di tante belle presenze . Camminate insieme, state vicino al parroco, sostenetelo, in modo che si crei subito una bella sintonia, una collaborazione di cuori e di menti. E così la strada in avanti sarà sempre bella e continuerà quel clima di comunità che ho conosciuto qui a Martignacco grazie a don Efrem”.

Quindi mons. Mazzocato ha dato dei consigli spirituali al nuovo parroco: “Permettete che consigli a don Luca qualche frase della Parola di Dio, che sia per lui come la stella di riferimento. Prima di tutto senti come primo impegno l’annuncio del Vangelo. San Paolo dice una frase straordinaria: “Io sono in catene, ma la Parola di Dio non è incatenata”. La Parola di Dio non la incatena nessuno. A don Luca consegno il primo impegno di ogni sacerdote: annunciare la Parola di Dio sempre e dovunque. Ricordare a tutti i cristiani che abbiamo al centro del nostro cuore Gesù, che è morto in croce per noi ed è risorto da morti. E con lui arriveremo alla gloria eterna. Nessun può fermare il Vangelo, perché la Parola di Dio non viene incatenata, né dal carcere, né dalla televisione né da nessuno”.

E poi una seconda raccomandazione: “Oggi succede che Dio non cessa di aiutare l’umanità, ma moltissimi se ne dimenticano  subito. La preghiera di ringraziamento più grande è quella che stiamo vivendo adesso, e si chiama Eucaristia. Caro don Luca, questo sia l’altro tuo grande impegno: radunare attorno all’altare i cristiani, per inginocchiarci lodando  e indirizzando la nostra vita a Dio”

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