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Chiesa

Padre Infanti, 70 anni per la Chiesa. Tra gli oblati una seconda vocazione

L’Arcivescovo ai funerali: «Un protagonista degli ultimi 70 anni di storia di questa diocesi e del suo presbiterio»

«È veramente lungo l’elenco dei servizi che padre Renzo ha offerto, con grande capacità e fedeltà, alla Chiesa di Udine e che lo hanno reso un protagonista degli ultimi 70 anni di storia di questa diocesi e del suo presbiterio. Non dovranno essere dimenticati, assieme a tutta la preziosa opera della comunità dei padri oblati diocesani la cui spiritualità padre Renzo ha incarnato nella sua vita e nel suo sacerdozio». Così l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia pronunciata oggi, sabato 20 agosto, in Cattedrale a Udine in occasione dei funerali di padre Renzo Infanti, oblato diocesano, spentosi giovedì 18 agosto alla Fraternità sacerdotale. Padre Infanti, classe 1922 e ordinato sacerdote nel 1945, nel 1946 era infatti entrato a far parte del gruppo diocesano degli Oblati di cui fu poi direttore dal 1961 al 1967.

 

«In questa spiritualità – ha proseguito l’Arcivescovo – egli ha trovato l’ispirazione profonda e il filo conduttore di tutto il suo fecondo e variegato ministero.  Essere sacerdote oblato è stato, potremmo dire, il principio ispiratore di tutta la vita di padre Renzo. È stato uno dei primi a rispondere alla chiamata di mons. Nogara ed entrare nella neonata comunità dei padri oblati diocesani. Per lui si è trattato come di una seconda vocazione nella quale realizzare, con più intensa radicalità evangelica, la promessa di obbedienza e la dedizione alla Chiesa che, pochi anni prima, aveva messo davanti a Dio e al vescovo nell’ordinazione presbiterale».

 

E ancora riferendosi al prezioso serizio alla Chiesa udinese, mons. Mazzocato ha sottolineato: «S. Paolo scrive ai cristiani di Roma: “Nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché, se noi viviamo, viviamo per il Signore e se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore”. Questa è la carta di identità di un battezzato e in queste parole dell’apostolo ritroviamo, anche, il segreto e la sintesi dell’esistenza e del ministero sacerdotale di padre Renzo Infanti. Non è vissuto per se stesso ma per il suo Signore consacrando tempo e forze per la sua Chiesa. È stato un vero oblato o, come ci suggerisce la parabola evangelica, un servo fedele che Cristo ha chiamato a dedicarsi alla sua casa, che è la Chiesa, per la quale si è speso là dove era chiamato senza far calcoli di alcun genere».

Padre Infanti, nato a Udine nella parrocchia del Duomo il 23 novembre del 1922, è stato ordinato il 29 luglio del 1945. Dopo un anno di servizio al Collegio Tomadini, dove ha svolto il ruolo di Prefetto, nel 1946 è entrato nel gruppo diocesano degli Oblati, di cui fu direttore dal 1961 al 1967. Dal 1979 al 2004 è stato parroco al Santuario mariano di Madonna missionaria a Tricesimo. Da qualche anno era ospite della Fraternità sacerdotale. «Un uomo mite, sempre sorridente e capace di stare insieme alle persone – lo ricorda il vicario generale, mons. Guido Genero –. Era affabile, ma allo stesso tempo fermo nei principi e nella dottrina della Chiesa».

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