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Cronaca

E’ morto lo scialpinista travolto dalla slavina sul monte Canin

Non ce l’ha fatta Michele Fedel, 41 anni di Ovaro, lo scialpinista travolto da una slavina sabato mattina sul gruppo del monte Canin. Rimasto sepolto sotto due metri di neve, è stato recuperato dai soccorritori in stato di incoscienza e grave ipotermia. Poi il ricovero all’Ospedale di Udine, dov’è spirato nella serata di ieri.

E’ spirato nella serata di ieri, all’Ospedale di Udine dov’era stato ricoverato, Michele Fedele, 41 anni di Ovaro, lo scialpinista che sabato mattina è stato travolto da una valanga mentre era in escursione con altri cinque compagni, sul gruppo del Canin. 

 L’allarme è scattato intorno alle 11.45 di sabato. La valanga si era appena staccata nel Gruppo del Monte Canin, tra il Monte Golovec e Sella Prevala, a una quota di circa 2.200 metri, nel tratto che collega lo ”sperone del Medon” alla sella, fuori dalle piste da sci. Il distacco si è verificato proprio durante il passaggio di un gruppo di sette escursionisti, tutti esperti scialpinisti residenti in Carnia, che salivano dall’itinerario del Monte Poviz. Due di loro si trovavano qualche decina di metri più avanti dei compagni quando si è staccata la slavina a lastroni, con un fronte di circa 200 metri e una massa nevosa importante, grazie ai 40-50 centimetri di nuovo apporto e fino ai due metri e mezzo di accumulo nello scivolamento della valanga finale. I due scialpinisti sono stati travolti e trascinati in basso. Lanciato l’allarme, i compagni di escursione hanno messo subito in atto le manovre di autosoccorso grazie all’impiego degli apparecchi da ricerca di sepolti in valanga (Artva). Con l’aiuto delle pale hanno estratto uno dei due amici, 42 anni, che era rimasto solo parzialmente sepolto dalla slavina e che ha riportato solo una sospetta frattura a un ginocchio. Il secondo escursionista, Michele Fedele, è stato individuato solo in seguito, più in basso, sommerso sotto quasi due metri e 20 centimetri di neve. Trovato in stato di incoscienza e grave ipotermia è stato a lungo rianimato dai soccorritori, giunti sul posto via terra. Le squadre di soccorso, composte da Polizia, Guardia di finanza di Sella Nevea con operatore cinofilo, squadre del Cnsas di Cave del Predil e di Moggio Udinese, sono risalite fino a Sella Prevala con gli impianti e poi hanno raggiunto il punto della slavina con gli sci ai piedi. Una fitta nebbia ha complicato le operazioni di soccorso, impedendo a lungo all’elicottero con il medico rianimatore di raggiungere la zona e recuperare i feriti. Al momento del distacco della slavina, in zona, si trovavano anche altri due scialpinisti marchigiani che sono riusciti a tornare autonomamente al rifugio Gilberti.

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