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Cronaca

Codice rosso: primo caso in Friuli

La vittima è un uomo, un friulano tra i 30 e i 40 anni di età, che ha subito atti persecutori dall’ex compagna che non accetta la fine della loro relazione e l’ingresso di una nuova fidanzata nella vita di lui.

E’ stata depositata in Procura a Udine la prima denuncia di una vittima di un reato di stalking dopo l’entrata in vigore, il 9 agosto scorso, delle nuove norme del cosiddetto “codice rosso” per i reati di violenza domestica e di genere. La vittima è un uomo, un friulano tra i 30 e i 40 anni di età, che ha subito atti persecutori dall’ex compagna che non accetta la fine della loro relazione e l’ingresso di una nuova fidanzata nella vita di lui. Lo conferma il Procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo.

“E’ uno dei tanti casi di reati di violenza di genere introitati. Non abbiamo al momento un aumento apprezzabile di denunce – spiega il Procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo -. In media c’è un caso di denunce di stalking o maltrattamenti al giorno. Poi spetta ai magistrati valutare il grado di urgenza di ognuno”. Il caso è stato affidato al sostituto procuratore Maria Caterina Pace che, nelle prossime ore, richiederà al giudice l’applicazione di una misura nei confronti della donna. Nei casi di stalking in genere è quella del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da lei frequentati.

“Bisognerebbe accompagnare le misure previste dalla nuova normativa con interventi di formazione della polizia giudiziaria e con l’affiancamento alla polizia giudiziaria di psicologi e mediatori culturali”. Lo ha detto il Procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo riflettendo sull’entrata in vigore del cosiddetto Codice rosso in occasione della prima denuncia presentata al suo ufficio. “Un sostegno psicologico servirebbe sempre in questi casi. Ma costa e chi lo paga? La repressione – ha aggiunto – non è sempre e solo l’unica via. Servirebbero, in questa materia come in altre, provvedimenti di prevenzione o di altro tipo ma costano e quindi non si fanno e ci si affida al potere ‘taumaturgico’ del magistrato. Non sempre il solo divieto basta o è efficace”.

Per esprimere il concetto il Procuratore ha fatto ad esempio riferimento al caso delle statistiche nazionali dei condannati che tornano a delinquere: “Oltre l’80% tra coloro che hanno scontato l’intera pena solo in carcere. Circa il 20% tra chi ha goduto di misure extracarcerarie come ad esempio l’affidamento ai servizi sociali”. “Al cittadino cosa interessa? – ha concluso – Che uno sconti fino all’ultimo giorno di galera? O che non delinqua più? La repressione inflessibile non è sempre una buona ricetta”.

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