Chiesa udinese in festa per l'ordinazione di tre nuovi diaconi
L'ordinazione, in vista del sacerdozio, domenica 1° ottobre

Una grande festa per l’intera Chiesa udinese. E non solo. Domenica 1° ottobre alle 16.30 in Cattedrale a Udine l’arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato ordinerà diaconi tre giovani di origine africana, uno dei quali sarà incardinato nell’Arcidiocesi di Udine. Bernard Emmanuel Appiah, Raymond Darkwah e Assosolm Dominique Mandjami hanno svolto tutto il percorso formativo presso il Seminario interdiocesano di Castellerio e riceveranno l’ordine del diaconato, in vista del presbiterato, al servizio dell’Arcidiocesi di Udine.
La celebrazione sarà trasmessa in streaming sul canale Youtube della Cattedrale di Udine e in diretta su Radio Spazio.
Assosolm Dominique Mandjami (nella foto: al centro) è nato nel 1991 a Tchékpo-Dévé, un villaggio immerso nella foresta tropicale e situato circa 50 chilometri a nord di Lomé, capitale del Togo. Dopo essere giunto in Italia per raggiungere alcuni familiari, per Dominique ecco la scelta di entrare in seminario a Castellerio. Da alcuni anni egli svolge servizio pastorale nella Parrocchia di San Giorgio a Pagnacco. Egli sarà diacono per l’Arcidiocesi di Udine.
Bernard Emmanuel Appiah (nella foto: a destra) e Raymond Darkwah (nella foto: a sinistra), invece, provengono dalla Diocesi di Obuasi, in Ghana, nella quale saranno incardinati. Il loro arrivo in Italia risale al 2017, in seguito a una convenzione tra la Diocesi di Obuasi e l’Arcidiocesi di Udine. All’epoca entrambi avevano già maturato la volontà di seguire il Signore nel sacerdozio, iniziando gli studi in Ghana. Entrambi sono nati a Obuasi: Bernard Emmanuel nel 1989 e Raymond nel 1996. Attualmente Bernard Emmanuel svolge servizio in città, nella Parrocchia di Sant’Andrea a Paderno. Raymond invece è al servizio della Parrocchia di Santa Maria di Pieve di Rosa a Camino al Tagliamento.
Il diaconato in vista del sacerdozio
Il diaconato è il primo grado del sacramento dell’Ordine, a cui segue quello del presbiterato e quello dell’episcopato. Semplificando, possiamo parlare di una “tappa intermedia” verso l’ordinazione sacerdotale, l’ultima e più importante prima del sacerdozio. Non tutti i diaconi proseguono il cammino verso l’ordinazione sacerdotale: se ciò avviene – come per Dominique, Bernard e Raymond – si parla di diaconato transeunte, ossia “in transito” verso il grado del presbiterato.
La promessa di obbedienza al Vescovo diocesano è propria dei diaconi, così come l’impegno a vivere nel celibato (elemento che non sussiste nel caso di ordinazione di diaconi permanenti già sposati, i quali non possono accedere al sacerdozio). I diaconi, inoltre, si impegnano quotidianamente a «custodire lo spirito di orazione e adempiere fedelmente l’impegno della Liturgia delle Ore».
Il ministero del diacono è sintetizzato dal Concilio Vaticano II con la triade «diaconía della liturgia, della predicazione e della carità», con cui il diacono serve «il popolo di Dio, in comunione col vescovo e con il suo presbiterio». Quindi il diacono può «amministrare solennemente il battesimo, conservare e distribuire l’Eucaristia, assistere e benedire il matrimonio in nome della Chiesa, portare il viatico ai moribondi, leggere la Sacra Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli, amministrare i sacramentali (le benedizioni e altri), presiedere al rito funebre e alla sepoltura» (LG 29).
Il diacono non può celebrare la Messa: al limite può presiedere una Liturgia della Parola. Nella liturgia egli si riconosce perché, a differenza dei presbiteri, veste la stola “alla maniera diaconale”, ossia di traverso. Il diacono può anche vestire la dalmatica, un antico paramento riservato proprio al servizio liturgico diaconale.
Il legame tra carità ed evangelizzazione è tipico del diacono fin dalla sua ordinazione: nel rito di ordinazione diaconale, infatti, il Vangelo è consegnato nelle mani dei diaconi: questo significa che i diaconi sono chiamati a portare fra la gente la Parola seguendo il magistero dei pastori.
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