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Chiesa

“Gli emigranti non sono un pericolo, ma sono in pericolo”

Sabato 28, davanti a 500 bambini, Francesco ha parlato di chi muore scappando dal proprio Paese in pericolo. Oggi ai diaconi ha raccomandato che “chi è al servizio degli altri non è geloso custode del suo tempo, anzi rinuncia ad essere padrone della propria giornata e sa che il tempo non gli appartiene”.

In una gremita piazza San Pietro il Papa all’Angelus ha ricordato che il 1° giugno è la Giornata mondiale dei bambini e in particolare “i bambini siriani pregheranno per la pace nel mondo”. Di bambini Francesco ha parlato anche sabato 28, quando 500 piccoli sono arrivati in treno da tutta Italia, direttamente in Vaticano; a loro ha mostrato il salvagente che gli è stato consegnato da un volontario responsabile di un’associazione spagnola. Era quello che avrebbe dovuto salvare una bambina che con i genitori desiderava sbarcare all’Isola di Lesbo – dove il Pontefice si è recato durante il suo ultimo viaggio internazionale –; purtroppo non ce la fatta ed è morta in mare.

Il Papa nel mostrarlo ai bambini ha raccontato che tante persone che stanno scappando dai loro Paesi purtroppo muoiono, sottolineando che “gli emigranti non sono un pericolo, ma sono in pericolo”.

In mattinata, durante il Giubileo dei diaconi, Francesco ha parlato del servire, dell’“essere servitori di Cristo”. “Chi serve – ha detto – non è un custode geloso del proprio tempo, anzi rinuncia ad essere padrone della sua giornata. Sa che il tempo che vive non gli appartiene, ma è un dono che riceve da Dio”.

Durante l’omelia il Papa ha abbandonato il discorso che aveva scritto sottolineando che “colui che è servitore trascura gli orari”. “A me fa male al cuore – ha affermato – quando vedo l’orario affisso sulle pareti della Parrocchia e dopo quell’orario non si trova più il prete e non c’è neppure il diacono che riceve la gente”.

Poi l’appello: “Cari diaconi trascurate gli orari perché vivendo nella disponibilità il vostro servizio sarà privo di ogni tornaconto ed evangelicamente fecondo”. Ha concluso l’omelia dando le indicazioni ai tanti fedeli arrivati da tutta Italia per il particolare Giubileo: “Bisogna essere disponibili – ha riassunto –, miti di cuore e in costante dialogo con Gesù. Non avere paura di essere servitori di Cristo, di incontrare e accarezzare la carne del Signore nei poveri di oggi”.

I poveri di oggi lo ha ricordato ieri ai bambini “sono i migranti, sono coloro che vivono nelle tante periferie del mondo e quelle che ci sono dentro le periferie delle nostre città”.

Il Papa al Giubileo dei diaconi ha parlato nuovamente dell’emergenza profughi

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