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Coronavirus, Fvg chiede al ministero del Lavoro le stesse tutele delle zone rosse

In programma un incontro in videoconferenza Regione-Ministero

Una lettera, la seconda in pochi giorni, firmata dall’assessore regionale al Lavoro, Sergio Bini, e inviata al Ministero competente per sollecitare l’estensione al Friuli-Venezia Giulia delle misure di sostegno al reddito previste dal decreto legge 9/2020 alle “aree interessate da ordinanze del ministro della Salute d’intesa con i presidenti delle singole regioni”, oggetto di provvedimenti specifici sul contenimento del COVID – 19.

È una delle iniziative assunte in queste ore dalla Regione, che ribadisce la necessità di allargare al territorio regionale misure, strumenti e interventi di tutela previsti dal governo nei confronti delle regioni colpite dal coronavirus.

 

La Regione, nel ringraziare il Ministero per la pronta e tempestiva convocazione dell’incontro in videoconferenza prevista per domani, rileva che, con riferimento agli articoli da 13 a 17 del decreto, questi prevedano come ambito di applicazione solamente le cosiddette zone rosse nonché (con riferimento all’articolo 17) la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna.

 

Secondo la Regione, alla luce degli sviluppi di queste ore e applicando i criteri del buon senso, sarebbe opportuno, se non doveroso, prevedere che il Friuli-Venezia Giulia rientri nell’area interessata dai provvedimenti.

 

La Regione suggerisce quindi di modificare la dizione del decreto legge facendo riferimento alle “aree interessate da ordinanze del ministro della salute d’intesa con i presidenti delle singole regioni”. Alla possibile estensione andrebbe ricollegato il tema delle risorse disponibili, che – come si ricava con tutta evidenza dalla lettura delle relazioni tecniche – sono state quantificate rispetto alle zone interessate e, in caso di estensione delle misure, andrebbero sensibilmente implementate.

 

In particolare la Regione sottolinea la necessità di monitorare costantemente le esigenze del tessuto produttivo e chiede flessibilità ed elasticità rispetto a ogni intervento legato alla concessione di ammortizzatori sociali, sia per quanto riguarda l’entità finanziaria che per l’ambito di applicazione, con la possibilità di prevedere soluzioni emergenziali anche per comparti specifici.

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