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Cronaca

Il giardino del Rettorato di Udine apre al pubblico

Siglata l’intesa tra Ateneo, Comune e Fondazione Friuli

Il parco monumentale Antonini Maseri, giardino storico di Udine annesso al palladiano palazzo Antonini Maseri, attuale sede del Rettorato, potrà diventare fruibile da tutta la cittadinanza attraverso un accordo tra Università di Udine, Comune e Fondazione Friuli. Una lettera d’intenti in questo senso è stata firmata oggi da Roberto Pinton, rettore dell’Università, proprietaria del giardino, dal sindaco di Udine Pietro Fontanini e da Giuseppe Morandini, presidente della Fondazione Friuli.

Con l’intesa l’ateneo si impegna a concedere il parco in comodato per 30 anni al Comune, che provvederà alla manutenzione e a garantire l’apertura e chiusura al pubblico. La Fondazione Friuli si impegna a realizzare, sul lato di via Gemona, un attraversamento pedonale che permetterà di collegare piazza Primo Maggio al centro storico. L’area verde, pari a 3.000 metri quadrati, sarà così accessibile a cittadini e turisti. Previsto anche un programma di valorizzazione del Parco, per restituirlo al disegno originale nella morfologia e nella componente arborea.

Il complesso di Palazzo Antonini, oggi Antonini-Maseri, sorse nel 1566 ed è il risultato di un accorpamento di più corpi edilizi. Già acquisito dalla Banca d’Italia, nel 2018 è stato acquistato dal cardiologo friulano di fama internazionale Attilio Maseri, scomparso lo scorso 3 settembre, e donato all’Università Udine. “Il rapporto di rete e di alleanza tra istituzioni territoriali ha avuto uno sviluppo particolarmente fecondo nei 40 anni di vita dell’Università di Udine – ha commentato il rettore Pinton – e l’accordo che oggi firmiamo ne è un ulteriore esempio”. “Questa sottoscrizione – ha sottolineato Fontanini – ha un significato fortemente simbolico, perché restituisce agli udinesi uno dei luoghi più suggestivi del centro storico, e, al tempo stesso, un valore strategico, perché riporta la bellissima piazza Primo Maggio alla propria centralità, oggi sacrificata dalla scarsità dei collegamenti con il cuore di Udine”.

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