L'editoriale della settimana
di Sergio Nordio
Noi e il clima
Pubblicato su "la Vita Cattolica" nr. 2/2023

L’impatto dei cambiamenti climatici si sta dimostrando già molto marcato sulla nostra regione: a Udine, il 2022 appena concluso è stato l’anno più caldo di sempre degli ultimi 120 anni, la temperatura media annuale è stata di 14,7°C, 2° gradi in più rispetto al normale. Sempre più spesso si osserva anche una maggiore variabilità nella distribuzione delle precipitazioni, con frequenti squilibri fra periodi siccitosi, alternati da fasi talvolta anche molto brevi, con piogge molto intense.
Anche il vento ha un comportamento diverso rispetto al passato: giornate calme si alternano ad episodi con raffiche di vento molto forti. Sulla costa le mareggiate e l’acqua alta stanno diventando talvolta molto dannose, caratterizzate anche da un’insorgenza molto repentina, dovute al passaggio o alla formazione di basse pressioni molto acute.
Stiamo assistendo ad un cambiamento della circolazione atmosferica globale, cioè il motore principale dei tipi di tempo che ci capitano, dovuto al comportamento di un’atmosfera che è chimicamente e fisicamente diversa dal passato.
Le attività e le scelte che facciamo ogni giorno generano un impatto più o meno rilevante, in termini di emissioni di inquinamento nell’atmosfera.
Di chi è la responsabilità? Certamente dei governanti che possono o meno proporre “azioni virtuose”, predisporre strategie di mitigazione e adattamento, favorire una svolta nell’uso delle risorse energetiche, che a cascata possano contribuire ad un’attenuazione degli impatti sull’ambiente, ma di pari passo siamo chiamati, come singole persone ed anche come comunità cristiana a ripensare all’insieme dei nostri stili di vita, interrogandoci su tutto ciò che di virtuoso possiamo fare nell’uso dei mezzi di trasporto, nella sobrietà quando acquistiamo degli alimentari, del vestiario, delle attrezzature, pensando a tutte le conseguenze che sono legate ad uno stile di vita orientato ad un consumismo spinto dalla moda, ma spesso anche solo dalla pigrizia.
E se cercassimo di mettere in pratica l’invito di Papa Francesco? “Essendo stati creati dallo stesso Padre, noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale, una comunione sublime che ci spinge ad un rispetto sacro, amorevole e umile”, ricordandoci anche che “Tutto è in relazione, e tutti noi esseri umani siamo uniti come fratelli e sorelle in un meraviglioso pellegrinaggio, legati dall’amore che Dio ha per ciascuna delle sue creature e che ci unisce anche tra noi, con tenero affetto, al fratello sole, alla sorella luna, al fratello fiume e alla madre terra.” (Laudato Si’, 89, 92). Siamo invitati a ripensare che “Il Nuovo Testamento non solo ci parla del Gesù terreno e della sua relazione tanto concreta e amorevole con il mondo. Lo mostra anche risorto e glorioso, presente in tutto il creato con la sua signoria universale: «E piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli» (Col 1,19-20). Questo ci proietta alla fine dei tempi, quando il Figlio consegnerà al Padre tutte le cose, così che «Dio sia tutto in tutti» (1 Cor 15,28). In tal modo, le creature di questo mondo non ci si presentano più come una realtà meramente naturale, perché il Risorto le avvolge misteriosamente e le orienta a un destino di pienezza.” (Laudato Si’, 100).
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