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Chiesa

Da Washington al Rojale. Nuovo parroco in 8 comunità

Don Agostino sarà coadiuvato dai missionari Saveriani che da qualche settimana risiedono nel Rojale: «Ciò che più desidero è di riuscire a sostenerci reciprocamente  nel cammino di fede, per poter sperimentare tutta la bellezza, la novità  e la speranza che la presenza di Gesù risorto, il volto della misericordia  del Padre, introduce nella vita intera».

La consapevolezza di assumere «una responsabilità grande», ma anche l’«enorme  gioia» di mettersi nelle mani del Signore. È quanto porta nell’animo don Agostino Sogaro, preparandosi ad assumere l’incarico di parroco delle otto parrocchie del comune di Reana, mandato nel quale sarà coadiuvato dai Padri Saveriani che da qualche settimana risiedono nel Rojale. La celebrazione solenne per l’inizio del ministero pastorale sarà presieduta dall’Arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato e si svolgerà nella chiesa di Rizzolo sabato 12 novembre alle ore 17.

50 anni, don  Agostino è nato a Udine da papà Lorenzo, originario di Padova, e mamma  Edda, friulana (di Ciseriis di Tarcento). Ha trascorso l’adolescenza in  Lombardia e studiato per tre anni Medicina, a Milano. Poi la vocazione  e la scelta di proseguire con gli studi di Teologia. Ordinato sacerdote  nel 1993, nella Fraternità missionaria di San Carlo Borromeo a Roma, ha  insegnato religione in Irlanda e prestato servizio come cappellano all’Università  di Dublino, quindi come insegnante in Maryland, negli Usa. Rientrato in  Friuli nel 2007, e successivamente incardinato nella Diocesi di Udine, è stato prima vicario nelle parrocchie di Muzzana, Palazzolo dello Stella,  Piancada, Precenicco e Rivarotta (2007-2011), e insegnante di Religione  al liceo «Bertoni» a Udine (2008-9), poi vicario nella parrocchia del Cristo,  insegnante di Religione al «Malignani», vicedirettore dell’Ufficio scuola  diocesano e cappellano all’Hospice del Gervasutta. L’incarico nella comunità del Rojale è un impegno assunto «con entusiasmo», ma accolto in principio anche con «un certo timore», ammette. «Mi aspettavo di incominciare da  una realtà più piccola, il Signore mi ha “spiazzato” per l’ennesima volta». Peraltro, «non sarà facile subentrare a qualcuno con la saggezza e l’esperienza di mons. Gherbezza!».

È stato difficile, quindi, per lei, dire «sì»?

«È tipico del Signore: ci sorprende in continuazione! Una volta compreso  questo, è stato semplice. Non perché questo abbia tolto le mie preoccupazioni, ma perché nella mia esperienza ho visto che tutte le volte che mi sono arreso a Lui ci ho sempre guadagnato infinitamente di più di quello che  mi sarei immaginato!».

Spostarsi  per lei non è una novità, ha vissuto in Irlanda, negli Stati Uniti, in  grandi e piccole città. Cosa significa passare da Washington a un piccolo paese friulano?

«In tanti me lo chiedono (sorride). Per me non fa differenza. Mi interessano le persone e l’essere umano è lo stesso in ogni posto, le esigenze che porta nel cuore sono le stesse. Il mio compito è testimoniare che ciò che ha riempito il mio cuore può riempire il cuore di tutti».

Ha già preso qualche contatto con le nuove parrocchie?

«Sì, innanzitutto  con don Giulio, che voglio ringraziare per la fraterna disponibilità. Ha  fatto tutto il possibile per aiutarmi nel “passaggio delle consegne” (per  usare un termine che non mi piace molto, ma rende l’idea) e per farmi sentire  come già “a casa”».  

Le parrocchie del Rojale sono un impegno non da poco.

 La conforta il sostegno dei padri Saveriani?

«Molto, e potrò contare anche  sull’aiuto dei Padri Oblati, del diacono e dei sacerdoti della forania. La condivisione di questa esperienza con loro per me è motivo di grande  gioia. Sono ben consapevole, infatti, di non poter contribuire a generare  nulla per le nostre comunità, se io per primo non sono continuamente generato  da una comunione, da un’amicizia, che mi sostiene e mi ricentra sull’essenziale». 

Da parroco continuerà ad insegnare?

«Si, part time, al “Malignani”. Per  me l’insegnamento è importantissimo. Ho sempre chiesto di poterlo fare  perché mi sembra che i nostri ragazzi abbiano bisogno di essere aiutati  a vedere che la fede ha a che fare con ogni aspetto della vita – con lo  studio, la scuola, le esperienze che si fanno tutti i giorni – e non soltanto  con un pezzo di realtà. E, insegnando, il primo ad essere aiutato in questo  sono io!».  

Cosa si attende da questo nuovo impegno nelle parrocchie di Reana?

«Ciò che più desidero è di riuscire a sostenerci reciprocamente  nel cammino di fede, per poter sperimentare tutta la bellezza, la novità  e la speranza che la presenza di Gesù risorto, il volto della misericordia  del Padre, introduce nella vita intera. Non so trovare nulla di più grande  e consolante da offrire, non solo a noi stessi e a chi ci è più vicino,  ma anche a tutti coloro che sono attorno a noi e che incontriamo ogni giorno  a scuola, al lavoro e nel tempo libero, della misericordia con cui siamo  guardati e trattati noi. È ciò a cui ci ha invitati il nostro Vescovo, nel suo recente Messaggio per il nuovo anno pastorale, chiedendoci di essere  una Chiesa unita e aperta alla missione. Ed è anche ciò che risponde ai – segni dei tempi -, al momento storico in cui viviamo».

Valentina Zanella 

L’ingresso per tutte le comunità nella chiesa di Rizzolo sabato 12 novembre alle ore 17.00

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