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Chiesa

Padre Marchiol, passi verso la beatificazione

Lunedì 6 gennaio la celebrazione di conclusione della fase rogatoriale del processo di beatificazione di p. Aldo Marchiol, missionario saveriano originario di Baldasseria (Udine), freddato nel 1995 in Burundi, paese al quale ha dedicato la vita e l’impegno incessante nell’evangelizzazione.

“Se potessi compiere la mia missione fino alla mia ultima capacità, sarei felice.” E così è stato. A pronunciare queste parole fu padre Aldo Marchiol, saveriano di origini friulane, ucciso in Burundi nel 1995. Il prossimo 6 gennaio, nella Casa Madre di Parma, i saveriani celebreranno la Messa solenne a conclusione della fase rogatoriale del suo processo di beatificazione, apertosi di recente, insieme agli altri servi di Dio padre Ottorino Maule e Catina Grubertre. La parrocchia di S. Pio X, a cui padre Aldo  Marchiol apparteneva, sta organizzando un pullman per poter assistere a questo importante evento. Chi desidera partecipare può contattare la parrocchia allo 0432 602620 oppure il sig. Renzo Marchiol al 329/0385634.  

Padre Aldo Marchiol nasce il 19 marzo 1930 in Baldasseria, la borgata agricola all’estrema periferia di Udine sud, da una famiglia di contadini. Da piccolo sogna di diventare “uno di quei frati che vanno alla cerca col carretto e col cavallo”, ma poi decide di fare il perito industriale. Nel 1947, a 17 anni, ha modo di leggere alcuni libri spirituali e i giornalini missionari che suo fratello Bramante, all’epoca seminarista, portava a casa. È una decisione molto sofferta, ma alla fine il suo desiderio di diventare missionario prevale: abbandona la scuola ed entra nel seminario saveriano per i giovani di vocazione adulta di Poggio S. Marcello (Ancona). Viene ordinato nel 1958 ma solo nel 1978, a 48 anni (20 di sacerdozio), è inviato in Burundi, Paese sull’orlo della guerra civile.

Padre Aldo svolge la sua missione con serenità, zelo e passione. È uomo umile e taciturno, prega molto, soprattutto in ginocchio. Non gode di buona salute, tuttavia non si risparmia per amore ai fratelli che il Signore gli ha affidato in quella terra sempre più devastata dagli scontri tra le etnie Hutu e Tutsi. Nel 1987 anche padre Aldo, come altri missionari, viene espulso, ma un anno dopo è di nuovo lì, di nuovo in missione, a svolgere il ministero della predicazione evangelica. Nel 1994 ritorna in Italia per curarsi. La famiglia vuole trattenerlo, ma il missionario è irremovibile. “Devo tornare”, dice con una forza tale da non ammettere repliche, e a Capodanno riparte.

La sera del 30 settembre 1995 tre militari – a quale etnia appartenessero non è dato sapere –  entrano nella casa di Buyengero che padre Aldo condivide con padre Ottorino Maule e con la laica Catina Gruber, li fanno inginocchiere e li freddano con con due colpi di pistola alla tempia. Fino alla sua “ultima capacità” chiedeva padre Aldo, e il Signore glielo ha concesso.

Tiziana Menotti Marchiol

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