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Pordenone-Aviano, Via Crucis contro le bombe

Domenica 13 marzo, tra Pordenone e Aviano, 12 km a piedi, pregando e riflettendo. No ai bombardamenti sulla Libia e alle nuove bombe all’idrogeno B 61-12, provate qualche settimana fa nel deserto del Nevada, che dovrebbero trovare posto nell’aerobase friulana. L’iniziativa dedicata alla memoria di Giulio Regeni

Ritorna la Via Crucis tra Pordenone ed Aviano. Domenica 13 marzo, con partenza alle 13.30 davanti alla concattedrale di San Marco e arrivo, davanti all’ingresso dell’aviobase, verso le 18.

Saranno 12 chilometri da percorrere a piedi. 12 chilometri ritmati da un’intensa preghiera, da riflessione e testimonianze. Davanti alla processione – non si tratta, infatti, di una manifestazione ma di un rito esclusivamente religioso –, la tradizionale campana che gli organizzatori portano in memoria dell’ultima guerra e delle sue vittime. Una intensa preghiera anzitutto perché non si ricorra ad una nuova guerra, questa volta in Libia. È quanto ha sollecitato autorevolmente, anche qualche giorno fa, il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, presidente dei vescovi del Nordest, con parole chiarissime: «Siamo ripetitivi; con queste guerre – ha affermato –, come mai non abbiamo imparato nulla nè dall’offensiva in Iraq né con i bombardamenti in Libia?».

Ma c’è un altro motivo di preoccupazione, dalle nostre parti, cioè per chi abita ad Aviano e vicino alla Base americana. La nuova bomba all’idrogeno B 61-12, destinata a sostituire secondo gli esperti le testate nucleari alle basi di Aviano e Ghedi, è stata provata qualche settimana fa in un deserto del Nevada. La nuova bomba andrà a sostituire le vecchie B61 che, secondo gli esperti, in Italia sono stoccate all’aeroporto Pagliano e Gori di Aviano – una cinquantina – e alla base di Ghedi. Le nuove armi potranno andare anche in dotazione agli F35, secondo autorevoli indiscrezioni. Motivi di preghiera e di riflessione, fra l’altro nell’Anno della Misericordia, ce ne sono parecchi per partecipare alla Via Crucis, promossa da Beati i costruttori di pace Pordenone, Centro di accoglienza «Balducci» di Zugliano, Comunità «San Martino al campo» di Trieste, Emergency, Comboniani Padova, Acli del Friuli-Venezia Giulia, Casa di accoglienza Oasi 2 Pordenone.

«La costruzione della pace è un cammino in salita, continuo, quotidiano. La Via Crucis Pordenone-base Usaf di Aviano si propone come segno di questo percorso indispensabile ed esigente che raccoglie violenze, drammi, morte e ripropone il progetto di una umanità umana nella quale uguaglianza, libertà, fratellanza, nonviolenza attiva, premura e custodia della Madre Terra e di tutti gli esseri viventi non restino dichiarazioni, ma diventino disponibilità, impegno, esperienze positive» spiega don Giacomo Tolot, anima del pellegrinaggio, che in questa edizione farà memoria di Vittorio Arrigoni, Valeria Solesin e Giulio Regeni ucciso in modo terribile, vittime in varia misura del terrorismo. «Invitiamo a percorrere con noi questa 20ª Via Crucis: sentiamo più di sempre l’importanza di porre questo segno di meditazione e di preghiera, di riproposizione di progetti, di dedizione e di impegno. Gesù di Nazareth continua ad interpellarci – sottolinea un altro dei promotori, don Pierluigi Di Piazza – per condividere con lui il progetto della giustizia e della pace, si rivolge a ciascuna e ciascuno di noi perché ci uniamo a formare il noi dei costruttori di pace». «Camminiamo per favorire il superamento delle paure» è la sollecitazione di don Bizzotto, fondatore dei Beati. «Sentiamo presenti fra noi Vittorio Arrigoni, Valeria Solesin e Giulio Regeni ucciso in modo terribile e crudele al Cairo. Per la sua profondità umana, sensibilità di cuore, per l’apertura di coscienza e di intelligenza al mondo e alle sue diversità, per il senso di libertà ed impegno lo sentiamo con commozione compagno di viaggio». Le meditazioni della Via Crucis saranno dettate da don Di Piazza, dall’ing. Antonio Silvio Calò, che ha accolto in famiglia un gruppo di profughi, da suor Eugenia Bonetti, dal magistrato Manuela Fasolato, da don Gigi Fontanot, parroco della famiglia Regeni.

Francesco Dal Mas

Partenza alle ore 13.30 dalla concattedrale di San Marco del capoluogo del Friuli Occidentale

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