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Cronaca

Buoni spesa in Fvg

Quasi 20mila i nuclei famigliari che hanno utilizzato quelli alimentari erogati dalla Regione ai Comuni in seguito all’emergenza Covid 19.

Sono quasi 20.000 i nuclei familiari residenti in Fvg che hanno utilizzato i buoni alimentari erogati dalla Regione ai Comuni a seguito dell’emergenza Covid 19. Ad evidenziarlo una ricerca effettuata da Compa Fvg, per conto di Anci Fvg, per comprendere l’effettivo utilizzo dei fondi destinati a questo ambito.

I risultati emersi dallo studio in merito all’utilizzo dell’erogazione degli oltre 6,6 milioni di euro messi a disposizione a fine marzo, grazie ad un’ordinanza della Protezione civile, hanno fatto emergere dati interessanti.

Povertà sommersa. L’emergenza sanitaria ha fatto emergere una nuova necessità: il potenziamento dei servizi sociali. A confermarlo le dichiarazioni dei sindaci della maggior parte della nostra regione intenzionati ad investire in futuro su questo servizio. Dalla ricerca, infatti, è emerso che molti dei soggetti che hanno richiesto il beneficio – in un range dal 50 al 70% a seconda dei territori – fosse sconosciuto agli addetti ai lavori al momento della presentazione della domanda. Non solo, molti Primi cittadini ritengono che, terminata la fase emergenziale, i contributi monetari debbano essere potenziati.

L’operato dei Comuni. Tutti gli 84 enti che hanno partecipato alla rilevazione hanno saputo incrementare i fondi ministeriali con oltre 700mila euro provenienti tanto da donazioni di cittadini e imprese, quanto dai propri capitoli di bilancio. In secondo luogo è emerso che una parte di questi Comuni ha già esaurito i fondi a disposizione rispondendo, con buona capacità amministrativa e operativa, alle domande presentate dai cittadini.

I numeri. Complessivamente la percentuale di erogato sul totale delle somme disponibili raggiunge l’85%; cifra che supera il valore del 100 % se commisurato alle sole risorse statali iniziali. In totale sono stati forniti buoni alimentari o pacchi spesa a oltre 11 mila nuclei familiari (più del 3% delle famiglie residenti sul territorio), quindi circa 30mila persone. Una stima contenuta nel rapporto suggerisce che, estendendo questi dati all’intera regione, si arriva facilmente alle 20mila famiglie e alle 50mila persone. La misura è stata utile ha raggiunto in tempi brevi numerose famiglie bisognose nonostante vi siano state diverse disomogeneità territoriali tanto nella definizione dei criteri per accedere al beneficio, quanto nell’ammontare degli importi erogati.

La gestione. La maggior parte dei Comuni ha agito autonomamente, solo un numero ridotto si è affidato ad una gestione associata a livello di ambito territoriale impiegando i Servizi sociali dei Comuni (ai quali l’Ordinanza affidava comunque l’individuazione della platea dei beneficiari). Alcuni hanno collaborato con gli organismi che da tempo si occupano di raccolta e distribuzione di alimenti (come Caritas, San Vincenzo, Banco Alimentare, ecc.), altri non hanno colto l’occasione per rafforzare le reti del welfare locale.

Le conclusioni. Pur dovendo affrontare qualche difficoltà, con percorsi di assegnazione che si sono differenziati da Amministrazione ad Amministrazione, per Anci Fvg la misura emergenziale può diventare un’occasione di riflessione e apprendimento per il domani. Un futuro che vedrà sicuramente ancora impegnati i Comuni nel sostenere i cittadini più fragili, quelli che più hanno sofferto in questi mesi, anche se in Friuli Venezia Giulia ciò che ora preoccupa molti nuclei familiari è la difficoltà di non riuscire a pagare affitti, mutui, bollette e utenze varie.

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