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Cronaca

Cividale, avviati 17 nuovi posti letto

Ma continuano le proteste per i ridimensionamenti. Flash mob dei Comitati

I 17 posti letto inaugurati oggi nel presidio distrettuale di Cividale, che saranno destinati a cure riabilitative e palliative, non possono essere sminuiti a un semplice alloggio per anziani. Sono anzi la dimostrazione che la Regione sta operando in direzione opposta rispetto ai due precedenti decenni caratterizzati da una mancata programmazione a livello sanitario. Avere un presidio a Cividale è importante per mantenere il legame della popolazione anche delle valli del Natisone con il proprio territorio e per garantire ad ognuno il diritto alla salute. Questi i concetti esposti dal presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, nel corso del suo intervento da remoto all’inaugurazione dei 17 nuovi posti letto di cure intermedie che da domani implementeranno il presidio distrettuale di Cividale del Friuli, aggiungendosi ai 28 posti letto di Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) già attivi e accogliendo sin da subito i primi 6 pazienti attualmente ricoverati al terzo piano della struttura. Un potenziamento del Distretto che dà attuazione al DM 77/2022, che definisce le funzioni e le attività garantite dai distretti sanitari e che connota il presidio di Cividale come un importante polo di cure intermedie dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc).

Il massimo esponente dell’Esecutivo ha inoltre ricordato come la Giunta stia continuando a lavorare anche per la riapertura del Punto di primo interventi (Ppi), dovendo tuttavia tenere ancora conto delle difficoltà legate alla pandemia, dato che le normative nazionali tuttora in vigore sono le stesse di quando era in corso lo stato di emergenza. In conclusione il governatore ha ringraziato l’intero personale sanitario operante in regione e le autorità presenti al taglio del nastro odierno, sottolineando in particolare l’importanza dell’interazione tra le istituzioni regionali e le amministrazioni locali.

Presente all’evento inaugurale il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, che, dopo essersi unito ai ringraziamenti del presidente, ha evidenziato come l’apertura dei nuovi posti letto, che darà sollievo anche a quelle persone che non possono essere curate tra le mura domestiche, si ponga come un passo in avanti verso un auspicato ritorno alla normalità. Due, secondo il rappresentante della Giunta, sono i principali scogli da superare in tal senso: la pandemia ancora in essere e la necessità di fornire al cittadino nuove risposte rispetto al sistema sanitario costruito nei vent’anni precedenti e ormai superato.

Il vicegovernatore ha successivamente esposto i contenuti della LR17/2014 che stabilisce che presso le strutture di Cividale del Friuli, Gemona del Friuli, Maniago, Sacile e l’Ospedale Maggiore di Trieste sono garantite, oltre alle attività assicurate dai centri di assistenza primaria, le attività residenziali di assistenza primaria realizzate in residenze sanitarie assistenziali, ovvero presso gli ospedali di comunità, organizzate come indicato dall’art. 34 che definisce la riconversione dei presidi indicati per lo svolgimento di attività distrettuali sanitarie e sociosanitarie. Una programmazione che è stata corretta dalla riforma del 2019 la quale, prima della pandemia, ha stabilito per Cividale una funzione riabilitativa e per posti letto di cure intermedie a beneficio dell’anziano. Idee che cominciano a realizzarsi aumentando i posti letto anche grazie ad investimenti precisi.

Riccardi a ha concluso il suo intervento rimarcando come la Regione, in questa legislatura, abbia investito risorse importanti per il presidio di Cividale (10 milioni di euro complessivamente già stanziati) e come un impegno simile non possa essere associato alla volontà di ridurre o chiudere questa struttura sanitaria.

Non tutti però condividono questo entusiasmo, dall’opposizione in Consiglio comunale Fabio Manzini nei giorni scorsi ha incalzato: «Arrivano le elezioni e il centrodestra si ricorda che a Cividale c’è un ospedale chiuso, scene già viste». E aggiunge: «Per i diciassette posti letto post acuzie non si può certo parlare di rafforzamento: prima del Covid disponevamo di un reparto di medicina con ventidue posti, in collegamento con l’ospedale di Udine. Si tratta a tutti gli effetti di un ridimensionamento in termini di qualità e tipologia delle cure offerte. Il punto di primo intervento, poi, rimane nel limbo».

Nemmeno i Comitati a favore degli ospedali minori sono soddisfatti. Un flash mob organizzato nel piazzale del nosocomio per le 10 di domani è stato infatti annunciato da Franco Chiarandini, presidente di “Io voglio l’ospedale di Cividale”: «Vogliamo ribadire che a noi non basta la “concessione” di un reparto di post acuzie. Continuiamo e continueremo a chiedere il ripristino di una Medicina per acuti, ovvero del reparto che esisteva fino a inizio 2020, prima che fosse smantellato per l’emergenza Covid. Una realtà come Cividale e l’ampio territorio che a essa fa riferimento non possono accontentarsi di una Rsa».

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