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Cronaca

Scoperti resti romani a Latisana

Trovato un edificio utilizzato dal I al VI secolo

Nel Comune di Latisana, durante gli interventi di manutenzione volti alla mitigazione del rischio idraulico lungo il, sono stati rinvenuti lungo il tratto meridionale della sponda ovest del canale. 

I si sono svolti in coordinamento con le indagini archeologiche eseguite dalla ditta CORA Società Archeologica s.r.l. sotto la direzione scientifica del funzionario . La scoperta di un’area archeologicamente significativa, di cui finora si ignorava l’esistenza, è stata possibile grazie alla realizzazione di indagini preventive che hanno previsto l’esecuzione di carotaggi manuali, sondaggi di approfondimento e la sorveglianza in fase di scavo con mezzo meccanico. Il sito, localizzato nei pressi di un antico corso d’acqua individuato nel corso delle indagini a poche centinaia di metri a sud rispetto al percorso della romana via Annia, si colloca all’interno di un’area densamente occupata in età storica.

 

Un di dimensioni circoscritte richiesto dalla Soprintendenza e accordato dal Consorzio di Bonifica, resosi necessario per documentare il contesto archeologico rinvenuto, ha messo in luce i resti di un edificio d’epoca romana i cui limiti esatti non sono ancora noti, ma del quale si sonoindividuati. Delle strutture originarie si conservano solamente le fondazioni costituite prevalentemente da frammenti di grandi dimensioni di tegole disposte di taglio e di frammenti d’anfora posti a diretto contatto col substrato argilloso naturale. “Il -evidenzia la Presidente dell’ente – ha fornito il proprio nel corso dei lavori, nell’ambito di un percorso di collaborazione con la Soprintendenza, che consente di coniugare le tempistiche di realizzazione delle opere pubbliche con la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio archeologico”.

 

Lo studio dei materiali rinvenuti nei livelli scavati, attualmente conservati nel deposito della sede di Trieste della Soprintendenza, permetterà di circoscrivere la datazione del contesto individuato. L’, costituiti da frammenti di anfore e di contenitori in ceramica grezza, comune e a impasto grigio, e da una fibula in bronzo, suggeriscono che l’edificio fosse stato occupato per un lungo periodo di tempo compreso L’ipotesi di una destinazione ad uso abitativo è rafforzata dalla presenza costante di ceramica sia da mensa che da cucina.

 

Al termine dello scavo archeologico di approfondimento sono ripresi i, che si stanno svolgendo al fine di garantire un controllo continuo e immediato della possibile presenza di ulteriori depositi archeologici.

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