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Cultura

Nel chiostro delle Grazie una mostra su Padre Turoldo

“Perché verità sia libera” resterà visitabile fino all’11 giugno

«Pace e fratellanza. Questo è ciò che ha trasmesso padre David Maria Turoldo con la sua vita e con la sua opera. E tale messaggio abbiamo voluto trasmettere». Ezio Lanfranconi spiega così il senso della mostra fotografica, di cui è tra i curatori, dal titolo «”Perché verità sia libera”. Autobiografia dell’anima». L’inaugurazione oggi alle ore 17.30, nel chiostro del Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Udine.

La mostra

Realizzata dal Comitato Lariano/Lecchese Turoldo, da poco esposta nel Centro studi Turoldo di Coderno di Sedegliano, ora per volontà proprio di queste due realtà culturali la mostra approda a Udine nel convento dei Padri Serviti in cui Turoldo visse tre anni circa della sua vita, tra il 1961 e il 1963.

La mostra – che resterà aperta fino all’11 giugno; orario 8-12; 15.30-19 – in 13 sezioni racconta la vita di Turoldo tramite fotografie e tramite le sue stesse parole: quelle delle poesie, ma anche di varie pubblicazioni a lui dedicate, tra cui l’autobiografia che dà il titolo all’esposizione, “Perché verità sia libera”, scritta da Maria Nicolai Paynnter (Rizzoli, 1993).

Ecco allora rievocate le origini friulane di Giuseppe Turoldo, con l’ingresso nei Servi di Maria e l’ordinazione nel 1934 con i nome biblico di padre David; la partecipazione alla Resistenza a Milano, “scelta dell’umano contro il disumano”; le omelie in Duomo a Milano, dove venne chiamato a predicare dal cardinale Schuster; l’avventura di Nomadelfia; l’esilio causato dalla rimozione decisa dal Sant’Uffizio nel ‘52 e il successivo vagabondare per l’Europa, in Canada, Sudafrica prima di ritornare in Italia, a Firenze, su pressione di Giorgio La Pira; il periodo a Sotto il Monte Giovanni XXIII, dove fondò il Centro studi ecumenici e la Casa Emmaus. Una sezione, “Il testamento”, racconta il primo affacciarsi della malattia, il cancro (“Ieri all’ora nona mi dissero: il Drago è certo”). E poi il periodo a Lecco, dove visse l’ultima parte della sua vita. Infine le ultime due sezioni sono dedicate agli amici (tra cui il card. Loris Capovilla, già segretario di Papa Giovanni sepolto a Fontanelle Sotto il Monte proprio accanto a Turoldo) e alle parole che il cardinale Maria Martini pronunciò al funerale di padre David l’8 febbraio 1992 a Milano. 

L’inaugurazione

L’inaugurazione della mostra sarà aperta dal saluto del priore del convento delle Grazie, p. Francesco Polotto, cui seguiranno la presentazione, a cura di Pierfranco Mastalli e dello stesso Lanfranconi, e le testimonianze di alcuni amici di p. Turoldo: don Carlo Rinaldi, sacerdote friulano, ora al Circeo, ma che da giovanissimo parroco di Coderno strinse un’amicizia feconda con Turoldo; Marco Roncalli, pronipote di Papa Giovanni, e Domenico Clapasson, compositore che ha musicato numerosi testi di padre Turoldo. Al termine, alle 18.30, nella sala dei Sette Santi Fondatori, ci sarà la proiezione del docufilm di Pierfranco Mastalli “Potenti in fuga”, dedicato agli eventi che, in Alto Lario, videro la cattura di Mussolini nel 1945. Si tratta di un racconto che prende avvio proprio dalla lirica di Turoldo sulla Resistenza “Torniamo ai giorni del rischio”. Nel pomeriggio, prima dell’inaugurazione della mostra, alle ore 16, a palazzo Mantica a Udine, lo stesso don Rinaldi – in dialogo con Roncalli e Valerio Marchi – presenterà il suo libro “La stampa cattolica in Friuli dal risorgimento al fascismo”, dedicato a padre Turoldo.

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