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Economia

Imprese: Pil Fvg cresce nel 2022, ma si ferma nel 2023

Le previsioni in analisi ufficio studi Confindustria Udine

La crescita del Pil del Fvg rispetto alle previsioni di tre mesi fa, è prevista in rialzo nel 2022 del 3,2% rispetto al 2,7% stimato a luglio, mentre nel 2023 si prevede una crescita nulla, con una significativa revisione al ribasso (da +1,7% nella stima precedente), a causa di crisi energetica, inflazione, tensioni geopolitiche internazionali. Lo scenario emerge dalle analisi dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati Prometeia aggiornati al 18 ottobre 2022, rese note oggi.

Nel 2024 si prevede una variazione nuovamente positiva, +0,9% (da +1,6% stimato a luglio). La revisione al rialzo per il 2022 è spiegata dal buon andamento dell’economia regionale, soprattutto nel 2° trimestre, superiore alle attese, sostenuta non soltanto dai consumi (con il forte contributo dei servizi turistici), ma anche dagli investimenti e dalle esportazioni, a dimostrazione della dinamicità e resilienza del sistema produttivo del territorio.

Il Fvg ha recuperato velocemente i livelli prepandemici (-7,5% il calo del Pil nel 2020, il più contenuto fra tutte le regioni italiane, +7% lo scorso anno), mostrando una capacità di recupero che non si era verificata nelle precedenti crisi. Ma le prospettive economiche appaio ora meno favorevoli. Le incertezze legate alla crisi energetica, all’inflazione, alle tensioni geopolitiche internazionali, stanno infatti determinando un rallentamento del ciclo economico, che ha portato a rivedere significativamente al ribasso le stime per il prossimo biennio.

Per gli investimenti,

I consumi delle famiglie

Le esportazioni,

Dal lato dell’offerta, a trainare l’economia quest’anno saranno soprattutto le costruzioni (+13,6% nel 2022, +18,3% nel 2021) e i servizi (+3,8% nel 2022, +4,6% nel 2021), mentre l’industria potrebbe registrare una leggera flessione dopo la forte crescita del 2021 (-0,6% nel 2022, +12,7% nel 2021).

Quest’anno si recupereranno interamente le unità di lavoro perse con la pandemia. Il tasso di occupazione (rapporto percentuale tra gli occupati 15-64 anni e la corrispondente popolazione di riferimento) si porterà al 70,3% (era 67,4% nel 2021 e 66,6% nel 2019). Il tasso di disoccupazione (rapporto percentuale tra i disoccupati e le corrispondenti forze di lavoro) scenderà dal 5,8% del 2021 al 5% del 2022 come conseguenza della prosecuzione della fase di riduzione delle persone in cerca di lavoro.

Il commento del presidente reggente di Confindustria FVG Gianpietro Benedetti:

“Va risolto il tema Italia, un paese nel quale, a causa dell’enorme debito pubblico accumulato, un aumento dei tassi sarebbe poco sostenibile, soprattutto se a ciò si aggiunge il costo per calibrare i prezzi dell’energia. Serve quindi un aiuto europeo per evitare situazioni ancora più ‘impegnative’. Infine, è oramai certo che per un paio di anni consumi e disponibilità di spesa delle famiglie saranno in calo, mentre per l’industria la sfida è quella di mantenere competitività e valore aggiunto, cosa che richiederà un ulteriore sforzo manageriale ed imprenditoriale”.

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