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Economia

Nel 2017 oltre 8.000 nuove partite Iva in Fvg

Nel 2017 in Friuli-Venezia Giulia sono state aperte oltre 8.000 nuove partite Iva, 250 in più rispetto all’anno precedente, con un incremento (+3,2%) superiore a quello registrato nel Nordest (+1,6%) e nazionale (+1,9%). Lo evidenzia il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo, in una rielaborazione regionale di dati diffusi dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Tra le persone fisiche infine una nuova partita Iva su sei è avviata da un soggetto nato all’estero (1.022 su 5.976), in prevalenza in paesi europei non comunitari.

Nel 2017 in Friuli-Venezia Giulia sono state aperte oltre 8.000 nuove partite Iva, 250 in più rispetto all’anno precedente, con un incremento (+3,2%) superiore a quello registrato nel Nordest (+1,6%) e nazionale (+1,9%). Lo evidenzia il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo, in una rielaborazione regionale di dati diffusi dal ministero dell’Economia e delle Finanze.

La crescita più consistente si rileva nell’Isontino (+12,7%), quelle più contenute nelle province di Udine (+1,4%) e Trieste (+1,9%), mentre Pordenone è in linea con la media regionale (+3,6%). La provincia di Gorizia è inoltre quella che presenta in Italia la variazione più positiva in termini percentuali assieme ad Ascoli Piceno e a Trapani, le uniche tre con aumenti superiori al 12%. Nel 2016 si era registrato il numero di nuove partite Iva più basso dall’inizio della crisi economica (circa 7.800), una tendenza negativa iniziata nel 2011 e interrotta solo nel 2014, anno dell’adesione al regime fiscale “di vantaggio”.

Il 2017 si pone dunque in controtendenza rispetto al biennio precedente, anche se le nuove partite Iva sono ancora lontane rispetto ad alcuni anni fa, quando superavano le 9.000.

Per quanto concerne la natura giuridica, la crescita 2017 in Fvg ha riguardato prevalentemente le società di capitali (+5,6%) e le persone fisiche (+3,8%) sia ditte individuali sia lavoratori autonomi, che costituiscono il 74% del totale. In lieve calo le società di persone (-3,2%). Il 61% delle nuove aperture ha riguardato gli uomini; la crescita è stata più accentuata per la componente femminile (+5% contro il +3% dei maschi).

L’incremento maggiore è concentrato nella fascia di età inferiore ai 35 anni.

A detta del ricercatore Ires le dinamiche possono essere state condizionate anche dalle novità introdotte dal Jobs Act, che assieme agli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato hanno favorito la costituzione di contratti di lavoro dipendente rispetto a rapporti di lavoro autonomo con partita Iva, maggiore nel passato. Sia a livello nazionale che regionale è decisamente diminuita la quota di nuove partite Iva aperte Under 35; aumenta invece la componente over 50, che comprende ormai quasi un quarto delle nuove aperture relative alle persone fisiche.

Il settore più interessato è quello del commercio (16,4%), in calo rispetto all’anno precedente (-6,6%). A seguire professionalità scientifiche e tecniche (15,8%), con +159 unità (+14,3%). Il numero di nuove aperture in edilizia si è dimezzato in pochi anni, da quasi 1.200 nel 2011 a poco più di 600 nel 2016; nell’ultimo anno si è osservata un’inversione di tendenza (+14,9%). Un altro settore che mostra un incremento rilevante è quello della sanità e assistenza sociale, sia a livello regionale (+18,2%) che nazionale. Tra le persone fisiche infine una nuova partita Iva su sei è avviata da un soggetto nato all’estero (1.022 su 5.976), in prevalenza in paesi europei non comunitari.

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