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Economia

Un quinto imprese artigiane a rischio chiusura, ma la fiducia tiene

Indagine di Confartigianato Udine. “Per ora il tessuto ha retto” 

In provincia di Udine tra la fine di settembre 2019 e lo stesso mese del 2020 si è passati da 13.778 a 13.573 imprese artigiane, con un calo di 205 unità, pari al -1,49%, un dato peggiore a quello registrato in provincia di Gorizia (-1,17%), Pordenone (-0,56%) e Trieste, dove si è registrata addirittura una crescita (+0,96%). Ma il peggio deve ancora venire e un quinto delle imprese artigiane rischia di chiudere. E’ la fotografia scattata dall’ultima elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato-Imprese Udine su dati Unioncamere-Infocamere, resa nota oggi.

“I numeri dimostrano che il temuto crollo della base imprenditoriale non c’è stato, ma il peggio deve ancora venire – ha evidenziato il presidente di Confartigianato Udine e Fvg, Graziano Tilatti -, attendiamo gli effetti più pesanti della pandemia tra fine anno e il primo trimestre 2021, quando rischierà di chiudere quasi un quinto delle nostre imprese”.

Dall’ultima indagine congiunturale promossa dall’associazione, è risultato che se l’emergenza Covid dovesse protrarsi fino alla metà del 2021, a rischio chiusura sarebbe oltre il 17% delle imprese artigiane, in regione, 4.700 su 27.613. Nei primi 9 mesi del 2020, il 35% degli artigiani ha subito un calo del giro d’affari compreso tra il 30% e il 50%, il 24% degli intervistati nel corso dell’indagine ha dichiarato un calo di fatturato superiore al 50%, mentre la perdita media è stata pari a -25%, e in 6 mesi sono stati bruciati circa 22.000 euro per azienda artigiana per un totale di 300 milioni in provincia di Udine, oltre 600 milioni in regione.

Nonostante il semestre nero, non emerge il temuto crollo di fiducia da parte degli artigiani friulani, che continuano a credere nella propria impresa con un voto medio di 7,32 (su scala 1-10). “Al governo – ha concluso Tilatti – chiediamo di lasciare alle Regioni l’onere di decidere quali misure adottare a seconda della curva epidemica, cercando strategie che ci consentano di continuare a lavorare pur adottando tutte le misure necessarie a contenere la diffusione del virus”. 

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