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Internazionale

«Non lasciate soli le donne e i bambini di Kabul»

Appello della Cisl Fvg per la creazione di corridoi umanitari

Sulla drammatica situazione dell’Afghanistan, aggravata quotidianamente da inaccettabili episodi di violenza ai danni soprattutto delle donne, scende in campo anche il Coordinamento Donne della Cisl Fvg, con un appello diretto, oltre che al presidente Draghi, anche al governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, in qualità di presidente della Conferenza Regioni. Quello che chiediamo – si legge in una nota del Coordinamento sindacale – è che il governatore si faccia garante e promuova gli interventi necessari, a partire dall’attivazione di corridoi umanitari controllati e davvero capaci di dare un aiuto concreto alle persone in fuga. Occorre – prosegue la nota – presidiare e tutelare i corridoi per evitare che si traducano in una nuova rotta balcanica, dove le violenze sui profughi, anche bambini, sono drammaticamente una realtà.  

“Una regione di confine come la nostra – commenta per la Cisl Fvg, Claudia Sacilotto – non può stare a guardare dalla finestra, ma deve spendersi per non lasciare sole quelle donne e bambini che oggi rischiano di essere segregati nel proprio Paese, privati dei diritti fondamentali, condannate a morte o ad un’involuzione culturale intollerabile”.

I dati forniti da Save the Children in questi giorni sono da brivido: negli ultimi 20 anni quasi 33mila bambini sono stati uccisi, mutilati o morti anche causa mal nutrizione, al tragico ritmo di uno ogni cinque minuti. Inoltre, quasi la metà della popolazione in Afghanistan, tra cui 10milioni di bambini, dipendeva dagli aiuti umanitari. “Il sentire poi che le donne afghane – incalza Sacilotto – saranno messe in aule speciali per seguire probabili percorsi scolastici, dagli uomini, non fa certo ben sperare per il loro futuro. Temiamo, se i presupposti sono questi, che possano perdere la libertà conquistata nel corso degli ultimi venti anni. Una generazione di ragazze che è cresciuta in un mondo completamente diverso da quello conosciuto dai propri genitori, potendo frequentare la scuola, l’università, lavorare, praticare sport e non meno importante sposarsi per amore: riteniamo non si possano abbandonare queste donne e le bambine ad un futuro di segregazione, sottomesse a uomini padroni. Così come non possiamo lasciare da soli quei genitori che stanno lottando per i propri figli, per un’infanzia serena, per il diritto all’istruzioni e alla libertà di scelta”.

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