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Fieste de Patrie: “Rispettare la volontà di Sappada”

In una Sappada imbandierata con le aquile friulane, l’unanime appello a rispettare la volontà dei cittadini di Sappada di unirsi al Friuli. L’Arcivescovo di Udine: “Friuli salva la tua anima cristiana e trasmettila anche agli immigrati”

«I friulani, una minoranza? Perché?» si sorprende l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, quando, arrivando a Sappada, per la solenne Messa della “Fieste de patrie dal Friûl”, sente parlare di minoranza a proposito dei friulani. «No, questo è un popolo – ribadisce – un popolo con la sua identità e la lingua friulana è elemento essenziale di questa identità». Tutto il Friuli, dunque, oggi a Plodn – così si chiama Sappada nell’idioma locale germanofono – per ricordare il 940 anni dalla Fondazione della Patrie dal Friûl. C’è la Regione Friuli-Venezia Giulia, tra gli altri con il presidente del Consiglio, Franco Iacop, i consiglieri Riccardi, Colautti, Violino. C’è la Provincia con il presidente Pietro Fontanini, ci sono numerosi sindaci o loro rappresentanti, dal presidente Navarria dell’Assemblea dei Comuni di lingua friulana all’assessore Nonino di Udine. Ci sono i massimi dirigenti dell’Arlef, l’agenzia che ha curato l’organizzazione della festa, della Filologica, di altre istituzioni. Plodn è imbandierata con l’aquila friulana. Bandiere e gonfaloni anche in chiesa per la concelebrazione di mons. Mazzocato.

L’arcivescovo, parlando di popolo friulano e di identità non poteva non ricordare l’arcivescovo del terremoto, mons. Alfredo Battisti, nel suo appassionato appello al popolo friulano a salvare la sua anima. L’anima, appunto, dell’identità. «Prima si salva l’anima – ha tenuto a dire l’arcivescovo – e poi si pongono le riforme». A seguire la cerimonia civile. Il sindaco di Sappada, Manuel Piller Hoffer, ha proposto ai suoi colleghi di sottoscrivere una appassionata lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in cui viene sollecitato il voto al Senato sulle proposte legislative che recepiscono il mandato referendario del 2008, quando la popolazione locale si pronunciò quasi all’nanimità per il ritorno in Friuli. «Sappada non ha mai compreso – mette le mani avanti Alessandro Mauro, del Comitato referendario – perché un anno fa quel voto fu stoppato, a poche ore dall’espressione».  «Il mancato rispetto della volontà popolare – ha dichiarato Navarria – è una vera e propria violenza. E’ un delitto politico non rispettare la volontà democratica di un popolo». Tutti, proprio tutti – ha ricordato il presidente Fontanini – sono d’accordo per il distacco di Sappada dal Veneto ed il rientro in Friuli: dai consigli provinciali di Udine e Belluno, dai Consigli regionali del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia. «Perfino Zaia si è detto d’accordo per l’autodeterminazione, ma – ha ricordato – ci sono parlamentari bellunesi che a Roma stanno facendo opposizione, mentre basterebbe una leggina parlamentare per rispettare il referendum. Lo si è fatto per 11 Comuni marchigiani, trasferitisi in Emilia Romagna. Non si  capisce perché non possa accadere per Sappada». Il presidente del Consiglio regionale, Iacop, ha assicurato che anche la Regione si farà parte attiva per il ritorno del voto a Palazzo Madama. A Sappada, comunque, Iacop ha sottolineato ripetutamente tutta l’attualità della lingua friulana, quindi anche della cultura di questa terra. «Nulla a che vedere con la nostalgia, il passato». Domani, in occasione del 3 aprile, la data del compleanno della Madre Patria, verrà consegnata una borsa di studio sul friulano .

Francesco Dal Mas

Mons. Mazzocato: “Le riforme si realizzano se non muore l’anima più profonda del Friuli”

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