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Politica

Addio a Ciampi, un presidente amico del Friuli

Centralista ma europeista, Ciampi (nella foto insieme alla moglie Franca mentre passeggia per le vie di Udine) vide convintamente le nuove ragioni della specialità del Friuli-V.G.

Vasto cordoglio, anche in Friuli, per la morte, all’età di 95 anni, di Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica dal 1999 al 2006 e in precedenza governatore della Banca d’Italia, più volte ministro e primo presidente del Consiglio (1993-94) non parlamentare della storia d’Italia. Non numerosissimi, ma sempre carichi di significato, i suoi incontri con i friulani.

Le ragioni della specialità del Friuli-V.G. sono vive: parola di un centralista innamorato dell’Europa unita

Era il 3 maggio 2002 e l’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, dettava da par suo – centralista ma ancheeuropeista – le ragioni della specialità del Friuli-Venezia Giulia. Non solo da confermare, ma neppure da mettere in discussione. “La vostra particolare esperienza di regione dove si incontrano, e felicemente convivono, comunità nazionali diverse, con lingue diverse, vi consente di inserirvi con facilità nella logica di civiltà e di pace di questo nuovo periodo della storia europea”, dichiarava nel corso della sua visita a Udine.

L’ammirazione per la ricostruzione

Democrazia e pace sono forze più grandi delle forze stesse della natura: sono forze dello spirito, aggiungeva il Capo dello Stato, prefigurando il futuro dell’Europa ed il ruolo che poteva giocare il Friuli-Venezia Giulia. “Chi guarda al Friuli d’oggi non può non avere ancora ben chiare nella memoria le immagini di 26 anni fa; proprio di questi giorni, le vostre città e i vostri paesi devastati, le vostre antiche chiese distrutte da un tremendo terremoto. Ricordiamo anche l’impeto con cui vi siete allora rimessi al lavoro, per ricostruire, e insieme per costruire un nuovo Friuli – specificava Ciampi a proposito del terremoto e della ricostruzione -. Vi è stato qualcosa di straordinario, di non facile da definire, nel modo in cui voi avete trasformato un grande disastro naturale nella rampa di decollo di una crescita che vi ha portato, nell’arco di appena una generazione, alla pari, se non al di sopra, di regioni di vecchia e forte industrializzazione”. Ciampi avrà altre occasioni per additare la rinascita delle comunità terremotate come un modello. Ma già quel giorno puntualizzava: “Gli economisti che hanno studiato il “modello friulano”, riconoscendone la singolarità, hanno individuato, accanto ai fattori materiali della vostra rinascita (indubbiamente favorita dagli aiuti dello Stato e da generose sottoscrizioni private), altri fattori che potremmo definire “immateriali”: la capacità di usare con intelligenza le risorse messe a vostra disposizione; la saggia opera di promozione e di sostegno degli enti locali; l’impegno strenuo dei singoli, delle famiglie, delle imprese artigianali e industriali, piccole e grandi, per rimettersi subito al lavoro senza attendere l’intervento dall’alto”. E anticipando i temi di cui si sta parlando in Friuli in queste ore, il presidente Ciampi ricordava allora: “Strumenti essenziali della vostra rinascita sono state le vostre scuole, indispensabili centri di formazione di giovani lavoratori; e la nuova Università che allora faceste nascere, con l’obiettivo ben chiaro di stabilire stretti legami operativi con le finalità e i bisogni della società friulana. Tutti questi fattori dello sviluppo sono ancora presenti, e rimangono per voi indispensabili, di fronte alle nuove opportunità e alle nuove sfide che vi propongono mercati europei e mondiali sempre più aperti e sempre più vasti”. Un riconoscimento straordinario ai friulani, quello di Ciampi 14 anni fa. “Buone amministrazioni locali; buone scuole professionali; buoni istituti superiori di insegnamento e di ricerca; saldi legami famigliari e di comunità; amore delle tradizioni; fiducia nei propri valori: questi sono e rimangono i segreti di un progresso che si fonda su una forte coesione sociale, su una forte etica del lavoro. La capacità di fare sistema, di lavorare insieme – amministratori locali anche di diverso colore politico; insegnanti ed educatori; imprenditori singoli, associazioni di categoria ed organizzazioni sindacali – questi sono stati i fattori che hanno fatto risorgere così rapidamente il Friuli dalle rovine del terremoto, e che continueranno ad essere, come qui è già stato osservato, la linfa del vostro progresso”.

Un laico fedele alla Messa quotidiana

Ciampi è sempre stato definito un presidente laico. Noi, per la verità, lo abbiamo sempre conosciuto come molto religioso. E non solo per la sua frequentazione con Papa Wojtyła, ma spesso gli capitava, nelle sue visite in giro per l’Italia, di frequentare la Messa mattutina insieme alla moglie Franca e di recarsi in visita ai vescovi per rendere omaggio alle chiese. Lo fece anche quella mattina del 2 maggio 2002, con mons. Pietro Brollo. Intensi e significativi i rapporti col Friuli, come l’incontro con il Fogolar Furlan di Roma, il 22 novembre 2004. “Grazie ad associazioni come il Fogolar Furlan gli italiani mantengono legami profondi con il proprio passato, contribuendo così ad arricchire il patrimonio dell’intera Nazione. Così hanno fatto i sette premiati che festeggiamo oggi; per questo hanno diritto al nostro apprezzamento ed alla nostra gratitudine” disse nell’occasione il presidente. Abbiamo ricordato la visita del 2 maggio 2002, in quell’occasione riconobbe il merito dei sindaci friulani nell’occasione ed il giusto riconoscimento che gli si doveva. Il giorno 25 febbraio 2003, al Palazzo del Quirinale, si presiedette la cerimonia di consegna delle Medaglie d’Oro al Merito Civile al Gonfalone della Regione Friuli-Venezia Giulia ed ai Comuni colpiti dal sisma del 1976, e nell’occasione consegnò la Medaglia d’Oro al Merito Civile ai Comuni di: Amaro, Artegna, Attimis, Bordano, Buja, Cassacco, Cavazzo Carnico, Chiusaforte, Colloredo di Monte Albano, Faedis, Forgaria nel Friuli, Gemona del Friuli, Lusevera, Magnano in Riviera, Majano, Moggio Udinese, Montenars, Nimis, Osoppo, Pontebba, Ragogna, Resia, Resiutta, San Daniele nel Friuli, Taipana, Tarcento, Tolmezzo, Trasaghis, Treppo Grande, Tricesimo, Venzone, Villa Santina, Castelnovo del Friuli, Cavasso Nuovo, Clauzetto, Fanna, Frisanco, Meduno, Pinzano al Tagliamento, Sequals, Spilimbergo, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Travesio, e Vito d’Asio con la seguente motivazione: “In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontavano la difficile opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, morale ed economico. Splendidi esempi di valore civico e di alto senso del dovere, meritevoli dell’ammirazione e della riconoscenza della Nazione tutta”.

Università di Udine, “collocazione di prestigio”

Ed è dell’anno scorso una particolare donazione del presidente emerito. La Biblioteca scientifica e tecnologica dell’Università di Udine ha ricevuto in dono, nel maggio 2015, 150 volumi di storia e politica economica provenienti da Ciampi. “La Biblioteca dell’Università di Udine – si legge nella motivazione – rappresenta una collocazione di prestigio che risponde pienamente alle indicazioni del Presidente” ovvero che i libri “fossero messi a disposizione del pubblico più ampio possibile”.

Il cordoglio di Debora Serracchiani

“Carlo Azeglio Ciampi ha avuto per la nostra Regione un sentimento sincero e una visione concreta e strategica”. Lo ha affermato la presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani, appresa la notizia della scomparsa del presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi. “Egli, che volle rilanciare il tricolore quale simbolo di unità e non di contrapposizione – ha proseguito Serracchiani – in occasione della sua visita per il 50° del ritorno di Trieste all’Italia seppe interpretare la realtà di una terra che doveva proiettarsi verso il futuro senza dimenticare gli errori compiuti nel passato. Impegnandosi affinché mai sia spenta la luce della verità su violenze e persecuzioni patite, Ciampi ha svolto con assiduità un’azione di recupero e di europeizzazione dell’Adriatico, gettando un seme destinato a fecondare le coscienze, nonostante le resistenze degli antichi nazionalismi”. “La lucida interpretazione che diede Ciampi del ‘modello Friuli’ come capacità di risorgere facendo sistema, cementando passione e intelligenza – ha aggiunto – ci incita ancora oggi nei giorni in cui ricordiamo il quarantennale del terremoto. Ricordiamo con commozione e riconoscenza il Presidente che decorò con le Medaglie d’Oro al Merito Civile la Regione Friuli Venezia Giulia ed i Comuni colpiti dal sisma del 1976”. “Il rispetto per una regione modello di convivenza e di collaborazione fra i popoli, orgogliosa del suo plurilinguismo, è uno fra i tanti insegnamenti che Ciampi ci ha lasciato in eredità e noi – ha concluso Serracchiani – vogliamo custodirlo gelosamente”.

Morto l’ex presidente laico che andava a Messa ogni mattina con la moglie Franca

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