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Politica

Miniprovince, il dialogo politico fallisce

Uti, la giunta regionale chiede il ritiro dei ricorsi, condizione inaccettabile per i municipi “ribelli”

“Una perdita di tempo, una vera e propria presa in giro degli amministratori comunali e dei cittadini. Tavoli come questo sulle Unioni territoriali intercomunali (Uti) non servono a nulla, così non si avanza di un millimetro.” Questo il commento del consigliere regionale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Luca Ciriani, al termine del tavolo politico – che ha visto partecipare ieri, giovedì 10 marzo, i capigruppo consiliari, convocati oggi a Udine assieme ai presidenti di Anci e Uncem – sulla legge n. 26 del 2014,  sull’istituzione dei nuovi enti. “Oltre all’assenza della presidente Serracchiani, impegnata a Roma a commentare il ben più importante dibattito sulle primarie del Pd – prosegue Ciriani -, l’assessore Paolo Panontin e i capigruppo di maggioranza non solo non hanno fatto proposte, ma non sono nemmeno stati in grado di rispondere a quelle che ho ribadito: annullamento delle penalizzazioni; congelamento della legge; riscrittura dei criteri fondativi delle Uti.  È evidente – conclude l’esponente di centrodestra – che la riunione è servita alla Giunta regionale solo per dire che si è tenuta, ma che non c’è alcuna intenzione di risolvere i problemi. Fatto così, questo tavolo è tempo perso e francamente ho molti dubbi che una ulteriore riunione serva a qualcosa se non ad apportare piccoli ulteriori, inutili correttivi a un impianto normativo che non può funzionare”.

 “La Lega pone, quindi, le condizioni irrinunciabili affinchè il tavolo politico non sia solo un’iniziativa di facciata – rincara la dose Barbara Zilli, per la Lega Nord -: innanzitutto che siano congelate le tempistiche proposte dal ddl 136 e rinviate sicuramente a dopo il risultato del referendum costituzionale previsto a ottobre; che sia eliminato il Fondo di perequazione, perché è a tutti gli effetti una penalizzazione incostituzionale. Parallelamente, è necessaria l’eliminazione dell’articolo 60, quello relativo al potere sostitutivo della Regione: se si vuole dimostrare un cambio di rotta si abbia il coraggio di eliminare i commissariamenti. Inoltre individuiamo quali funzioni sono realmente di area vasta e che pertanto devono essere esercitate a un livello sovracomunale, tenendo ben presente però che le Uti non devono avere personalità giuridica. Una revisione della geografia delle stesse è parimenti ineludibile. Si tenga conto delle ottime relazioni intessute negli anni dai Comuni, mediante le convenzioni per l’esercizio dei servizi e non si permetta di disperdere patrimoni di esperienze e risorse come accadrà per la comunità del Collinare. Il dato politico, comunque, è che la Giunta di fatto è impantanata: questo stop permetta una reale concertazione”.

Panontin: “Sui punti essenziali non si discute. E prima ritirare i ricorsi”

“Il termine per la costituzione delle Uti è già stato prorogato dal 31 ottobre 2015 al 15 aprile 2016 e ulteriori rinvii dei tempi non farebbero bene alla riforma”. Lo ha ribadito l’assessore regionale alle Autonomie, Paolo Panontin. “Sono consapevole – ha detto Panontin – che ogniqualvolta si approssima una scadenza, e come in questo caso si tratta di un cambiamento particolarmente sfidante, c’è un comprensibile timore di non essere all’altezza del compito e scatta la richiesta di una proroga. Ma se di proroga in proroga si dovesse procrastinare l’avvio fino al momento della scadenza del mandato non attueremo mai questa riforma, che da tutti i capigruppo è stata considerata impellente e necessaria. Se sul tavolo ci sarà una vera trattativa per trovare una soluzione condivisa e non una partita a scacchi la disponibilità dell’amministrazione regionale è confermata”. Le parti si ritorneranno a incontrare nei prossimi giorni anche con le delegazioni di Anci e Uncem. Per quanto riguarda i ricorsi pendenti, per la cui discussione il Tar ha fissato la data del 23 marzo, “siamo in una fase delicata – ha aggiunto Panontin – che definirei di potenziale transazione, in cui ognuno è tenuto a fare un passo indietro. Se vi sarà questo passo indietro da parte di tutti sono disponibile a ragionare nel merito delle questioni sollevate. Finora, però, ho sentito solo chiedere alla Regione di fare questo primo passo”.

 

“La riunione ha ribadito la nostra posizione, ossia di disponibilità ad affrontare le questioni puntuali della legge n. 26 del 2014 sulla costituzione delle Unioni territoriali intercomunali (Uti), ovvero quelle questioni che oggi per gli enti locali possono rappresentare una difficoltà, senza però stravolgere i capisaldi della legge.” Lo hanno detto il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti, e il collega di partito Vincenzo Martines a margine del tavolo politico conseguente all’ordine del giorno approvato dall’Aula lo scorso 25 febbraio. “Un passaggio importante emerso dal tavolo politico”, sottolineano ancora Moretti e Martines, “riguarda il fatto che l’Anci abbia comunicato la propria partecipazione al tavolo con una delegazione in rappresentanza dei Comuni, comprendendo quindi sia quelli favorevoli, sia quelli contrari alle LR 26.”

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