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Politica

Sappada al Friuli-V.G., sindaci in campo

L’Assemblea della comunità linguistica friulana per l’ingresso di Sappada in Friuli-V.G. Voto in Senato tra il 15 e il 17 marzo.

Anche l’Assemblea della comunità linguistica friulana, dopo i sindaci della Carnia, scende in campo per l’ingresso di Sappada nella Regione Friuli-Venezia Giulia, invitando i sindaci a scrivere in tal senso ai senatori che tra il 15 e il 17 marzo dovranno esprimersi in merito. “Ritengo opportuno che tutti i sindaci del Friuli-Venezia Giulia, ed i particolare i sindaci dei Comuni della Comunità Friulana, uniscano la loro voce ai colleghi carnici – spiega il presidente Diego Navarria, sindaco di Carlino – e facciano sentire ai senatori loro rappresentanti quanto sia giusto e opportuno che il Comune di Sappada/Plodn ritorni al Friuli, con cui per secoli e secoli ha condiviso la storia”. 

L’appello dei sindaci carnici

Sappada deve ritornare alla madre patria, il Friuli, avevano scritto i primi cittadini della Carnia. «Lo chiediamo noi e lo vuole la gente, che si è espressa in modo inequivocabile nel referendum del 9 e 10 marzo 2008, al quale prese parte il 75,5% dei sappadini aventi diritto al voto, col 95% di voti a favore. Alla volontà popolare, in attesa che le istituzioni ne diano compimento, hanno fatto seguito diversi pronunciamenti che, a vari livelli, confermano in modo inequivocabile quanto sosteniamo». I sindaci ricordano che nel 2009 e nel 2013 il Consiglio Provinciale di Udine ha approvato due ordini del giorno con l’obiettivo di ricomprendere Sappada tra i confini della regione e nel 2010 il Consiglio Provinciale di Belluno ha dato parere favorevole al distacco del Comune dalla regione Veneto. Lo stesso ha fatto il Consiglio Regionale del Friuli-V.G. che nel 2010 ha approvato la «richiesta al Parlamento di legiferare in merito al distacco del Comune di Sappada dalla Regione Veneto e alla sua aggregazione alla Regione Friuli-V.G.». Tergiversare, quindi, non ha senso.

Dopo il Senato, la vera battaglia è alla Camera

A meno di sorprese, anticipa Raffaela Bellot, senatrice di Feltre del Movimento «Fare» di Flavio Tosi, superattiva nel sostegno dei referendari di Sappada, insieme all’europarlamentare Isabella De Monte, «il voto dovrebbe essere favorevole». Dopodichè si passerà alla Camera. Un itinerario complesso, anche questo, attraverso le Commissione Affari Costituzionali e Bilancio, a seguire il voto in aula. Non è da escludere che questi passaggi possano maturare entro l’anno, ma a condizione che Palazzo Madama dia il via libera e che, di conseguenza, si convincano anche i riottosi della Camera. Tra questi vi è il sottosegretario Gianclaudio Bressa, agli Affari regionali, bellunese, ancorché residente in provincia di Belluno. E che dice di temere lo smottamento della sua provincia se il Parlamento darà il via libera a Sappada. Quasi tutti i partiti, senz’altro i maggiori, si sono pronunciati per il rispetto della volontà referendaria di Sappada, ma dal Pd alla Lega Nord, in Veneto, non ci si nasconde i problemi che questo svincolo comporterebbe. «Con il passaggio di Sappad, avremmo l’effetto domino, per gran parte dei Comuni confinanti con il Friuli-Venezia Giulia», è quanto prevede l’assessore regionale leghista, Giampaolo Bottacin, bellunese. Del suo stesso parere l’on. Roger De Menech, del Pd, anche lui bellunese. Però, mentre De Menech suggerisce di correre ai ripari con nuove misure di sostegno economico del Bellunese, Bottacin anticipa che la soluzione definitiva è l’autonomia della Provincia. Anzi, l’autonomia dell’intero Veneto, va oltre il governatore Luca Zaia. Ed è per evitare il peggio che il senatore di Fi, Giovanni Piccoli, ha proposto un fondo per i comuni di confine alimentato dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, sull’esempio di quanto fanno Bolzano ed il Veneto. Immaginarsi se Udine o Trieste accetteranno di scucire decine di milioni. Meglio pagare i 700 mila euro che costerà alle casse regionali l’ingresso di Sappada. O… meglio niente? Ai piedi del monte Peralba, dove si è votato per lo svincolo ancora nel 2008 con tanto di referendum, si ha la sensazione che in Friuli-V.G. ci sia qualcuno che non desidera si smuovano le acque.

La presidente Debora Serracchiani è, infatti, prudentissima, immaginando le reazioni del Veneto. Ma il presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop, è salito a Sappada per assicurare il suo sostegno e le ragioni del trasloco le vuole rappresentare al ministro delle Regioni, Enrico Costa di Ncd, che guarda caso è il superiore di Bressa e che lunedì 14 marzo sarà in Friuli. Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, triestino, è anche lui favorevole. I triestini, d’altra parte, a Sappada sono di casa.

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