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Politica

Un anno di Consiglio regionale

L’anno terribile della pandemia non ha fermato il Consiglio regionale. Lo dicono i numeri – 74 sedute, in linea con i dodici mesi precedenti – ma soprattutto la scelta di lavorare in presenza.

L’anno terribile della pandemia non ha fermato il Consiglio regionale. Lo dicono i numeri – 74 sedute, in linea con i dodici mesi precedenti – ma soprattutto la scelta di lavorare in presenza, ricordata oggi con orgoglio dal presidente dell’Assemblea del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, durante la conferenza stampa di fine anno.

“E’ stata – ha detto Zanin, lodando l’adesione compatta di tutto l’ufficio di presidenza a questa impostazione di fondo – un’assunzione di responsabilità non banale. Abbiamo voluto in questo modo essere vicini a chi, continuando a lavorare, stava facendo sino in fondo il suo dovere per portare avanti il Paese”.

E le 72 sedute in presenza hanno anche dimostrato “che i presìdi di protezione individuale funzionano”: mascherine Ffp2, distanziamento tra i banchi dei consiglieri, frequente igienizzazione e ricambio d’aria hanno consentito – anche nella giornata d’Aula più intensa, le 17 ore di giovedì scorso che hanno portato all’approvazione della manovra finanziaria – un lavoro “normale” in una situazione di emergenza sanitaria straordinaria.

L’anno specialissimo ha favorito poi “una grande unità di intenti rispetto ai problemi e ai bisogni della comunità regionale”, ha ricordato ancora il presidente, ringraziando i colleghi “per i molti provvedimenti adottati all’unanimità, con i quali abbiamo distribuito risorse immediate al nostro sistema sanitario”.

Unanime anche l’adesione a un importante atto simbolico (“perché si vive anche di quello”, ha sottolineato Zanin), il sì compatto dell’Aula a una legge nazionale che restituisca l’onore ai fucilati di Cercivento. “Un’operazione verità – l’ha definita il presidente – anche per ribadire che la nostra Costituzione è assolutamente contraria alla pena di morte”.

Il 2020 ha modificato nel profondo anche il nostro senso di Europa, e si tratta di uno dei pochi “benefici collaterali” – assieme alla spinta alla digitalizzazione – dell’anno della pandemia. “Era diffuso – ha ricordato infatti il presidente del Consiglio regionale – un senso di diffidenza e ostilità nei confronti dell’Europa dei vincoli, delle banche e delle finanze, come se fosse andata persa l’ispirazione originaria dei padri fondatori. Il Recovery plan, con le decine di miliardi stanziati per la ripartenza dei Paesi toccati dall’epidemia, ci ha riconsegnato l’idea di un’Europa delle comunità e dei popoli in cui questo Consiglio regionale, trasversalmente, ha sempre creduto. Assieme al governatore, Massimiliano Fedriga, lavoriamo da tempo perché si possa realizzare questo modello”.

Si procede peraltro, come ha sottolineato Zanin, in continuità “con l’intuizione di Adriano Biasutti, quella comunità Alpe Adria che rappresentava proprio l’Europa dei popoli al di là dei confini statali, perché in fondo con Carinzia e Slovenia abbiamo legami economici più stretti che con altre regioni italiane”.

L’Europa è però anche un programma di lavoro per il futuro, grazie al voto unanime del Consiglio regionale sul “tavolo”

chiamato “a definire le priorità” per quella che Zanin ha chiamato la “terza ripartenza” del Friuli Venezia Giulia, dopo guerra e terremoto. “Su proposta del Pd, che ringrazio – ha detto ancora il presidente – abbiamo portato avanti l’idea di arrivare a un documento di tutto il Consiglio regionale, che diventerà così un luogo di garanzia e di confronto tra i diversi gruppi politici”.

Sempre in tema di futuro, Zanin ha toccato il tasto della cultura, intesa in senso ampio come “formazione e competenza”.

“E’ questa la grande sfida, assieme all’obiettivo di invertire l’inverno demografico che stiamo vivendo – ha detto davanti ai giornalisti, che lo ascoltavano seduti sui banchi dei consiglieri -. Noi siamo davvero liberi solo se conosciamo, altrimenti finirebbero per comandare i tecnici, mentre la politica deve essere sempre autonoma nelle scelte, come è avvenuto con la nostra decisione di continuare l’attività consiliare in presenza:

l’abbiamo scelto noi e poi ci siamo affidati agli specialisti per garantire le migliori condizioni operative”.

Nel corso dell’incontro con la stampa, il presidente ha ricordato le 27 leggi approvate nel corso dell’anno e i 40 progetti di legge presentati, 16 dei quali provenienti da consiglieri regionali. Quanto al lavoro delle commissioni, il record del numero di sedute spetta alla Quarta, che si occupa di Ambiente e territorio. Ma anche la commissione sulla Sanità, nonostante non sia ai primi posti di questa classifica, ha lavorato in modo intenso, con audizioni lunghe e approfondite dei dirigenti del settore.

Zanin ha infine ricordato e ringraziato gli organismi di garanzia, dal Corecom alla Commissione pari opportunità, dall’Osservatorio anti-mafia (“chiamato a vigilare sul rischio di infiltrazioni e usura, che potrebbe essere innescato dalla crisi economica post-pandemia”) alla ricostruzione dell’ufficio del Difensore civico, impegnato a sottoscrivere accordi con diversi Comuni.

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