Abbonati subito per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie
Regione

Le nuove Uti “allontanano” i fondi europei

La denuncia del consigliere regionale Mara Piccin (Gruppo Misto): “In molti casi i ritardi nell’operatività delle Uti rischiano di vanificare progettualità per attirare dall’Ue fondi”

I problemi applicativi della legge sulle Uti (le Unioni territoriali intercomunali che dovrebbero sostituire le Province e che hanno sottratto ai singoli comuni la competenza sui progetti comunitari dell’Ue) compromettono l’accesso ai bandi europei da parte dei Comuni del Friuli-Venezia Giulia. Una tegola per tanti enti locali, in un periodo di crisi dove ricevere finanziamenti diventa sempre più difficile ed è soggetto ad una competizione sempre più spietata. Lo denuncia la consigliera del Gruppo Misto Mara Piccin in un’interrogazione alla Giunta, dove chiede come la Regione intenda risolvere le criticità che impediscono di fatto la costituzione di cluster territoriali tematici trasversali volti ad aderire a progetti comunitari specifici. Tali cluster possono comprendere Comuni appartenenti a Uti diverse e anche Comuni non aderenti a Uti, ma posto che i termini stabiliti dai bandi vanno rispettati a prescindere dai tempi tecnici di funzionamento delle Uti, in molti casi i ritardi nell’operatività delle Uti rischiano di vanificare progettualità che avrebbero la potenzialità per attirare dall’Ue fondi utili allo sviluppo dei territori. “Le difficoltà operative per gli amministratori – chiarisce la Piccin – ostacolano le attività dei Comuni con riferimento alla partecipazione ai progetti a finanziamento europeo per tre principali ordini di motivi: le tempistiche incerte di operatività delle Uti producono l’effetto di fatto di impedire la partecipazione di Comuni ai bandi europei; un Comune può subire il vincolo rappresentato da scelte contrarie degli altri Comuni che compongono l’Uti e che esercitano una sorta di veto sulla delibera di partecipazione; i cluster territoriali tematici rappresentano strumenti trasversali alle Uti, e prevedono il requisito della contiguità territoriale”.

 La consigliera fa notare, quindi, la situazione paradossale per cui “la mancata adesione al cluster di un Comune potrebbe essere causa di un danno finanziario a tutti gli altri Comuni aderenti all’Uti, nei casi in cui vada rispettato il requisito della contiguità territoriale suddetta”.Per questo serve rivedere la norma e la Piccin chiede alla Giunta quali misure intenda porre in essere per garantire il regolare esercizio delle funzioni attribuite alle Uti dalla legge costitutiva, la 26/2014, che assegna loro la funzione di “elaborazione e presentazione di progetti a finanziamento europeo”. “Va garantita la libertà dei singoli Comuni di partecipare ai bandi Ue e serve che il rispetto dei requisiti di contiguità territoriale o di tematismo trasversale previsti dai bandi UE non venga compromesso dalla norma regionale vigente” chiude la Piccin, chiedendo anche “se siano previste forme risarcitorie in favore dei Comuni che si vedessero impediti a partecipare ad un bando europeo da parte dell’Uti e come intenda la Regione partecipare a un bando europeo che preveda un’iniziativa con beneficiari anche Comuni (ad esempio i bandi per le infrastrutture strategiche) nel caso in cui una Uti, ovvero un Comune sito sul tracciato dell’infrastruttura, non deliberi la partecipazione al bando medesimo”.

Articoli correlati