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Regione

MontagnaFvg, confermato il ritorno del lupo

La specie è presente (e in espansione) nelle aree alpina e prealpina e nell’alta pianura pordenonese. Il caso di Malborghetto

A seguito del progressivo processo spontaneo di ricolonizzazione del lupo sull’arco alpino, con soggetti provenienti sia da occidente sia dall’area dinarica orientale, la specie attualmente è presente sul territorio regionale in vari ambiti alpini e prealpini, nell’alta pianura pordenonese e risulta in ulteriore espansione. Questo fenomeno è stato favorito essenzialmente da tre fattori: l’abbandono delle aree montane e marginali da parte dell’uomo; l’aumento delle prede naturali, ungulati in particolare, e l’introduzione, a partire dagli anni Settanta, di norme di tutela a livello comunitario e nazionale. Il Corpo forestale regionale evidenzia che la presenza del lupo, ricomparso in regione nel 2013 dopo quasi un secolo di assenza, suscita interesse, curiosità e in alcuni casi preoccupazione soprattutto per le predazioni su animali selvatici e domestici e per la paura che possa costituire un pericolo anche per l’uomo. Un caso significativo è quello verificatosi il 9 dicembre, in piena notte, a Malborghetto dove un animale nero – non ancora ben identificato – è entrato in un’abitazione, iniziando ad attaccare il cane che vive all’interno. Il proprietario del cane ha cercato di proteggerlo, rimediando però un morso. Ora si attendono gli esiti degli accertamenti per verificare se si tratti davvero di un lupo.

In generale il lupo è una specie simbolica ed evocativa che non lascia indifferenti, sia in senso positivo sia negativo, e per questo occupa spesso le pagine dei media tradizionali ed è assoluto protagonista dei social media. In generale l’informazione e l’opinione pubblica tendono ad essere polarizzate su due fronti opposti, favorevoli o contrari alla presenza del lupo, fenomeno che non aiuta ad affrontare il problema con la necessaria oggettività. Purtroppo talvolta le informazioni veicolate dai mezzi di comunicazione non sono corrette e soprattutto, spesso, non vengono verificate consultando le autorità regionali competenti, impegnate da anni nella gestione di questo fenomeno. Da sempre, le interazioni tra il lupo e l’attività di allevamento del bestiame sono la principale fonte di conflitto tra la specie e le attività antropiche. In merito l’amministrazione regionale opera erogando contributi sia per la prevenzione sia per l’indennizzo dei danni, allo scopo di prevenire gli attacchi e sostenere il lavoro degli allevatori che operano in particolare in montagna e nelle aree interne più marginali. Per ottenere all’indennizzo è necessario valutare se il decesso di un animale domestico sia riconducibile all’azione del lupo o ad altre cause, tramite una attenta analisi sulla base di precisi e consolidati criteri tecnico-scientifici, applicati dal personale del Corpo forestale regionale.

La Regione, in collaborazione con l’Università di Udine, i Carabinieri forestali e molte associazioni attua già dal 2014 il monitoraggio del lupo nell’ambito del Piano nazionale. Gli uffici competenti raccolgono e verificano anche le segnalazioni provenienti dai cittadini, dai cacciatori e dagli escursionisti. Questi dati sono molto importanti perché contribuiscono a tracciare la distribuzione della specie e comprenderne meglio l’ecologia e i movimenti sul territorio.

Il ritorno del lupo infine ha portato con sé anche naturali timori tra la popolazione. Il lupo è una specie potenzialmente pericolosa, per cui è opportuno adottare una serie di cautele ad esempio legate alla gestione degli animali da affezione, alla gestione dei rifiuti organici e del foraggiamento. Questi argomenti vengono affrontati e discussi durante gli incontri pubblici organizzati sul territorio dalla Regione o su richiesta delle amministrazioni locali, che si trovano ad affrontare per la prima volta la ricomparsa del lupo. 

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