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Regione

“Numeri dimezzati, ma Lignano sarà sicura”

Dove c’erano due ombrelloni, probabilmente ce ne sarà uno. E così al ristorante con i tavoli, al bar con gli sgabelli, all’interno dei negozi con i clienti. Confcommercio Lignano pensa alla ripartenza

Dove c’erano due ombrelloni, probabilmente ce ne sarà uno. E così al ristorante con i tavoli, al bar con gli sgabelli, all’interno dei negozi con i clienti. Enrico Guerin, presidente mandamentale di Confcommercio Lignano, il suo vice Salvatore Vozza e Alessandro Tollon, vicepresidente provinciale, preparano la ripartenza. «Stiamo effettuando con regolare frequenza incontri tra operatori, con l’amministrazione comunale e con PromoTurismo Fvg – spiegano – per farci trovare pronti non appena il periodo di emergenza sarà terminato e si potrà, con prudenza, affrontare la Fase due».

In ballo c’è la sopravvivenza di una località da oltre 4 milioni di presenze all’anno che vive una drammatica primavera con il coronavirus, le conseguenti disdette e una profonda incertezza su come, quando e per chi aprire. «Non abbiamo linee guida che ci indichino quali misure dover adottare per la gestione degli spazi in bar, ristoranti, sala colazioni, buffet, aree comuni, ascensori, accoglienza alla reception degli hotel, eventuali sanificazioni delle stanze alla partenza dei clienti, accessi ai negozi, distanze fra ombrelloni in spiaggia – spiegano Guerin, Vozza e Tollon –. Ma alberghi, negozi e servizi di ristorazione, quando arriverà il momento, saranno aperti. E garantiranno totale sicurezza». Sarà una Lignano slow, con numeri forse dimezzati, ma sicura, insiste Confcommercio mandamentale. Lo si deve a un’economia che, secondo le elaborazioni del Centro studi della Camera di commercio Pordenone-Udine su dati Infocamere, conta in alta stagione 1.300 localizzazioni attive, metà del commercio, metà dell’ospitalità, e oltre 10mila addetti – aggiungendo ai 5mila assunti dalle aziende in maniera diretta, anche i collaboratori interinali e quelli delle cooperative –, ma con numeri comunque importanti anche nel resto dell’anno. A tutela di imprese e lavoratori Confcommercio, in assenza al momento di misure di sostegno o che vadano a regolamentare la problematica degli affitti d’azienda, è in trattativa con il Comune su un altro argomento chiave: imposte e tributi locali. «Dall’Imu alla Tari fino all’occupazione del suolo pubblico dovremo trovare una soluzione per rendere meno pesante la pressione fiscale in un periodo in cui i ricavi sono stati azzerati e, per lungo tempo, non torneranno ai livelli abituali».

Dopo di che la differenza la farà il servizio. «Avremo meno clienti, ma la voglia di riaprire c’è tutta, più di sempre. Questa emergenza durissima può consentirci di crescere in termini di accoglienza, potremo cercare nuove strade per migliorare il prodotto turistico. Andremo più piano, ma saremo più sicuri».

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