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Regione

“Serve una guardia europea di frontiera”

“Potenziare la Guardia europea di frontiera e costiera è necessario per scongiurare la chiusura delle frontiere interne”. Così il presidente del Consiglio regionale, Iacop.

La gestione delle frontiere esterne dell’Unione europea, specificatamente una proposta di regolamento per la Guardia europea di frontiera e costiera, è all’attenzione del Parlamento Europeo e del Comitato delle Regioni, in particolare della Commissione Civex, di cui fa parte il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop, chiamata a formulare osservazioni e a esprimere pareri. Gli ambiti di interesse della proposta di regolamento – delineati in una lettera del presidente di Civex Olgierd Geblewicz al presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz – riguardano la libertà di movimento e l’abolizione delle frontiere interne, i vantaggi in termini di sviluppo economico, sociale e culturale oltre che di cooperazione tranfrontaliera derivante dall’assenza di confini interni; inoltre salvaguardare i principi degli accordi di Schengen e la stabilità dell’area Schengen è in cima alla priorità, e così pure la necessità di sviluppare urgentemente un approccio comune e sostenibile alla gestione dei confini esterni dell’Europa. Iacop, condividendo i contenuti del testo, evidenzia l’importanza della richiesta di un diretto coinvolgimento nelle politiche di gestione delle frontiere esterne rivolta al CdR quale rappresentante delle Regioni e degli Enti locali d’Europa, visto il ruolo di prima linea che gli enti territoriali rivestono nella gestione dei flussi migratori attraverso la creazione di sistemi di accoglienza e il supporto alle autorità di pubblica sicurezza degli Stati. “Il controllo alle frontiere esterne è una misura importante – afferma Iacop – per evitare il ripristino dei controlli alle frontiere interne, tanto più che ciò avrebbe un costo anche economico (le stime indicano tra l’1 e il il 3% del PIL europeo) con impatto sugli scambi commerciali e contraccolpi sulle economie e sui tessuti produttivi regionali. Potenziare la Guardia europea di frontiera e costiera è perciò necessario per scongiurare la chiusura delle frontiere interne: una tale situazione – conclude – renderebbe ingovernabile la gestione dell’emergenza migratoria delle regioni in prima linea, raggiunte via mare e attraverso la rotta balcanica con costi ingentissimi per tutti gli enti territoriali”.

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