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Friuli Collinare

A Comerzo un nuovo progetto di autonomia e inclusione

Autonomia e inclusione. Sono queste le due parole che innervano di senso e significato la nuova realtà inaugurata domenica 27 aprile nella canonica di Comerzo, a Majano, e gestita dall’Opera diocesana Betania. Qui, infatti, ha preso vita – nel contesto dei percorsi di coprogettazione dell’Ambito territoriale collinare – un “gruppo appartamento”: quattro persone con fragilità sul versante della salute mentale vivono insieme, sperimentando dunque un’autonomia possibile, sostenute, nella quotidianità, da una persona presente sulle ventiquatt’ore. Si tratta inoltre di una progettualità aperta, così durante il giorno si può accedere alla struttura che diventa nei fatti un piccolo “centro diurno”. «L’idea è che questo luogo sia per il territorio una casa che accoglie – spiega la coordinatrice Giuditta Vicario –. Accanto al progetto residenziale si è scelto dunque di aprire la struttura a quanti sentano il desiderio o il bisogno di trascorrere del tempo con noi. L’obiettivo è poi l’inclusione. A questo scopo abbiamo avviato una collaborazione con “OrtoBorto” di Ragogna, grazie alla quale i nostri ospiti hanno realizzato il giardino e l’orto, mentre nel periodo invernale hanno preso parte alle attività nella sede del sodalizio, a Villuzza. Con l’associazione “Gli amici di Totò” ogni mese organizziamo invece passeggiate accompagnate dai loro asinelli per scoprire il territorio. Il nostro auspicio è che anche altre realtà entrino a fare parte di questa rete». «Favorire l’incontro, tessere relazioni – aggiunge Vicario –, ha un’importante ricaduta anche per la comunità, è fondamentale infatti per far comprendere che le persone con una fragilità di questo tipo possono essere una risorsa preziosissima». Non a caso si è scelto per l’inaugurazione ufficiale della struttura la data del 27 aprile, a Comerzo infatti l’Ottava di Pasqua è una festa molto sentita: «I nostri ragazzi – evidenzia la coordinatrice – hanno aiutato i volontari della Pro Loco ad allestire il tendone dei festeggiamenti, è stato un momento molto bello in cui si sono sentiti autenticamente parte di una comunità».
E c’è stato poi un altro momento particolarmente intenso. «In questa casa, prima del “gruppo appartamento” – spiega Vicario –, erano accolte delle persone migranti. All’inaugurazione di domenica ha voluto esserci un “ex-ospite”, un ragazzo nepalese che oggi, anche grazie a quell’esperienza, lavora come cuoco e vive una vita pienamente autonoma. Ci ha detto di essere felice della “seconda vita” di questa casa a testimonianza di come un territorio può rispondere alle diverse e nuove necessità sociali che di volta in volta si presentano».
All’inaugurazione hanno presenziato, tra gli altri, la vicesindaca di Majano, Raffaella Paladin, il direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Aufc, Marco Bertoli, e il parroco di Majano don Dariusz Gudajczyk che ha anche benedetto la struttura.

Anna Piuzzi

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