Dal primo luglio, l’udinese Andrea Nocerino è il nuovo sovrintendente del Teatro Amilcare Ponchielli di Cremona per il 2025-28. 34 anni, è il sovrintendente di un teatro d’opera più giovane d’Italia.
Nato a Napoli, è cresciuto a Udine essendovi arrivato quando aveva appena un anno con la famiglia (il padre è medico, la madre insegnante). Si è avvicinato piccolissimo alla musica a cinque anni grazie alla Scuola Ritmea, continuando poi lo studio del violoncello al Conservatorio Tomadini e frequentando il Liceo Classico Stellini dove si è diplomato nel 2010. Poi il trasferimento a Cremona per studiare musicologia e proseguire lo studio del violoncello nel Conservatorio di quella città, diplomandosi nel 2018 con lode e divenendo docente del suo strumento nel 2021. Nel frattempo ha avviato anche una carriera concertistica (ha inciso per Rai Radio 3, Amadeus, Movimento classical). In collaborazione con il Museo del violino di Cremona gli è stato affidato il compito di incidere e catalogare il suono del violoncello Stradivari “Stauffer” (1700) , sino a diventare il musicista affidatario dei violoncelli della collezione.
Dopo aver ottenuto un master in Management all’Università Luiss di Roma, nel 2022 è diventato braccio destro dell’allora sovrintendente del Ponchielli Andrea Cigni nel ruolo di project & development manager, che oggi sostituisce essendo questi andato a guidare il Teatro lirico di Cagliari.
Maestro Nocerino, quindi non è vero che in Italia non è possibile arrivare a ruoli dirigenziali alti già da giovani? Com’è arrivata questa nomina?
«Non credo sia una questione anagrafica, ma di approccio ai problemi e alle opportunità del nostro mondo culturale: ha a che fare con chi siamo. Io ho iniziato questo percorso a Cremona molto tempo fa, una città che è un laboratorio a cielo aperto per la musica e la cultura con grandi potenzialità. La capacità di questa città di investire sulla crescita delle persone è forse il motivo per cui un giovane come me ha potuto essere valutato per un ruolo come questo».
L’intervista ad Andrea Nocerino, a cura di Stefano Damiani, è pubblicata sul numero de La Vita Cattolica in edicola questa settimana