Grande partecipazione ai cortei, alle manifestazioni e ai presidi organizzati dalla Cgil nel giorno dello sciopero generale per Gaza, per la Flotilla e per la pace. Lavoratori, pensionati, tantissimi studenti che si sono mescolati alle bandiere e agli striscioni del sindacato. Dal corteo di Trieste, snodatosi da via Giulia a piazza Oberdan, alle manifestazioni sotto la Prefettura di Udine, in piazza XX Settembre a Pordenone e a Monfalcone in piazza Repubblica, ben oltre 10mila sono state, secondo un comunicato diffuso dalla Cgil le persone scese in piazza per dire stop al massacro e chiedere l’apertura di quei canali umanitari ai quali Israele continua a chiudere le porte.
Affollatissime le piazze, adesioni che si annunciano alte sia nel pubblico che nel privato. E molto alta, come detto, la partecipazione degli studenti, al grido di “Free Palestine”. «Un popolo di tutte le età – dichiara il segretario generale della Cgil Fvg Michele Piga – da un forte senso di solidarietà e vicinanza al popolo palestinese». Dietro allo sciopero, sottolinea Piga, «la messa in discussione dei principi del diritto internazionale che si è consumata con l’attacco, fuori dalle acque territoriali israeliane, agli attivisti della Flotilla, che cercavano di aprire un corridoio umanitario per aiutare la popolazione di Gaza, vittima di genocidio, senza che il nostro Governo esprimesse una ferma condanna per quando avvenuto». Durissime le critiche all’atteggiamento dell’esecutivo: «La determinazione che il Governo ha utilizzato per contrastare questo sciopero dovrebbe essere utilizzata per chiedere l’immediato cessate il fuoco a Gaza, per bloccare l’invio di armi in Israele, per riconoscere lo Stato di Palestina, per tutelare la dignità di un popolo e il suo diritto di vivere in libertà. È quanto chiedono i ragazzi in piazza e tutta la società civile: quella di oggi è una prima risposta, domani ce ne sarà un’altra con una grande manifestazione nazionale a Roma. Il Governo e il ministro Salvini rispettino il diritto di scioperare e quello dei cittadini di esprimere in modo pacifico e democratico il proprio dissenso nei confronti di un Governo schiacciato su politiche e posizioni che non portano la pace per la Palestina».
A Udine una manifestazione si è svolta anche in piazza Primo Maggio dove si è ritrovato un centinaio di tra alunni e studenti delle scuole, insegnanti e genitori, sventolando una grande bandiera della Palestina.

A proposito del coinvolgimento degli alunni delle scuole a Udine, è intervenuta con un severo commento l’assessora regionale all’Istruzione, Alessia Rosolen. «Coinvolgere dei bambini – ha affermato – e renderli complici delle provocazioni portate avanti dalla Global Sumud Flotilla che nella sua azione tutto ha fatto tranne che farsi portavoce di intenti umanitari di pace (diversamente avrebbe accettato la richiesta avanzate dal presidente della Repubblica Mattarella e del Patriarcato di Gerusalemme di far pervenire alla popolazione palestinese i beni umanitari attraverso canali ufficiali e sicuri) lo considero un fatto gravissimo».
«È un limite – ha proseguito – che non è mai stato sorpassato prima. Un gesto irresponsabile, un tentativo preoccupante di indottrinamento di menti ingenue e incolpevoli che ha l’obiettivo neanche troppo celato di incitamento antisraeliano e antiebraico – osserva Rosolen – un’azione che ci ricorda i peggiori tentativi di indottrinamento infantile portati avanti dai peggiori regimi del passato e che ricalca lo sfruttamento e la manipolazione dei piccoli palestinesi educati da Hamas all’odio contro gli ebrei».
«L’indignazione per i bambini morti a Gaza non può giustificare – conclude l’assessora – la presenza di bambini a manifestazioni cariche di antisemitismo, la cui narrazione tossica traveste odio in libertà di espressione. La pace è un valore non una bandierina. Il futuro che raccontiamo ai bambini non può essere quello che esalta le gesta ormai ridicole della Flotilla con barchette di carta».