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La prima fumata è nera. Un giovane prete udinese a Roma: «Nell’epoca del digitale, guardiamo un camino»

Alle 21 esatte del 7 maggio, l’attesissima prima fumata dal comignolo della Sistina, a indicare la prima delle votazioni del conclave chiamato a eleggere il nuovo successore di Pietro (e di Papa Francesco). Nero, nerissimo il fumo levatosi dal camino, dopo un’attesa protrattasi a lungo. Un colore prevedibile, trattandosi del primo scrutinio, ma un’emozione comunque importante.

La folla di piazza San Pietro la sera di mercoledì 7 maggio

A Roma c’era anche il giovane sacerdote udinese don Christian Marchica, nella capitale per un breve seminario di studio. «Tutti aspettavamo questa fumata attorno alle sette» ha spiegato ai microfoni dell’emittente diocesana Radio Spazio. «Eravamo tutti intenti a vedere questo comignolo, per un’attesa che si è protratta fino alle ventuno circa». Don Marchica racconta che in piazza c’era «Tantissima gente, vuoi per via del Giubileo, vuoi appunto per l’elezione del Papa o per tanti altri motivi: veramente Roma è stracolma di gente».

Il giovane sacerdote si lascia andare anche a un’interessante riflessione sul rapporto tra un rito antico come quello del Conclave e le nuove comunicazioni odierne: «È molto interessante che nell’epoca del digitale tutti tendono lo sguardo verso qualcosa di davvero analogico come un fumo che esce da un cammino. Questo sguardo in qualche modo ci dice che siamo usciti dal conclave solo fisicamente, ma in realtà ognuno di noi è dentro la Sistina. Non per votare, ma con l’attesa e la speranza».

Martedì 8 maggio sono previste al massimo 4 votazioni: due al mattino e due al pomeriggio (salvo elezione del Papa). In caso di elezione, il fumo bianco proromperà immediatamente dal camino della Cappella Sistina. Se invece il Papa non sarà eletto, le fumate nere si vedranno soltanto al termine delle due sessioni di voto.

G.L. e V.P.

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