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Clauzetto, celebrato il Perdon Grant

Nel cuore delle montagne friulane, la comunità di Clauzetto ha vissuto un momento di intensa partecipazione spirituale nella solenne celebrazione del Perdon Grant, tenutasi sabato 1° giugno nella chiesa santuario del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo.

La giornata si è aperta con la processione della reliquia del Sangue di Cristo, portata lungo la via centrale del paese fino all’ingresso del santuario, accompagnata da una folla silenziosa e orante, e dalla musica della Banda di Valvasone.


Alla celebrazione liturgica, presieduta da don Alessio Geretti, parroco di Caneva e Illegio, hanno partecipato moltissimi fedeli, insieme a numerose autorità civili e militari, in particolare i sindaci e gli amministratori comunali del comprensorio. Presenti anche i Cavalieri e le Dame dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme del Fvg e la Confraternita locale. La liturgia è stata animata dalla Polifonica Friulana Jacopo Tomadini.

Il Santuario, luogo caro alla devozione delle genti di Clauzetto e non solo, custodisce non solo la reliquia del Sangue di Cristo, ma anche una preziosa reliquia del Beato Carlo Acutis, giovane testimone di santità nel nostro tempo.

Nell’omelia, don Geretti ha proposto una riflessione profonda sul mistero dell’Ascensione, a partire da un’affermazione semplice e decisiva: “Il cuore trema, perché Lui è qui”. È la presenza viva del Risorto, che pur non mostrandosi visibilmente, continua ad abitare la storia e il cuore dei credenti.
Il sacerdote ha invitato i presenti a contemplare il duplice innalzamento di Cristo: quello doloroso sulla croce, e quello glorioso nell’ascensione al cielo. “Gesù è salito nella gloria perché prima si è abbassato fino all’estremo. Ha versato tutto il suo sangue sulla croce, ed è da lì che ha rivelato sia la misericordia di Dio, sia la violenza dell’uomo”.

Non è mancata una lucida analisi della realtà contemporanea: “Siamo capaci di cose meravigliose, ma la storia del mondo resta segnata da guerre, tradimenti, violenze. Anche oggi, nonostante le promesse dei sistemi e delle ideologie, il male continua a generare sofferenza. E questo perché, nel profondo, ciascuno di noi è una guerra irrisolta”. Eppure, davanti al Sangue di Cristo, la speranza si riaccende. “Dio non ci ha abbandonati – ha ricordato don Geretti – anzi, ha voluto farsi nostro prossimo, darci la vita, versare il sangue per salvarci. Nulla potrà mai separarci dall’amore di Dio in Cristo”. Neanche le nostre cadute più gravi, neanche le vite più sbagliate. “È sempre possibile tornare a Lui”.

Commentando l’Ascensione, il sacerdote ha sottolineato come essa non segni una distanza, ma un compimento: “Gesù ha portato nella gloria anche la nostra umanità. Un pezzo di noi è già in Paradiso. E noi, se vogliamo, possiamo lasciarci attrarre da quella forza che viene dal cuore trafitto e risorto di Cristo”.


Poi un appello accorato alla dignità cristiana: “In un mondo spesso volgare e ferito, voi siate signori dello spirito. Con la finezza dei gesti, la gentilezza delle parole, la purezza dello sguardo. Anche se vi deridono, voi salite. Anche se la vita pesa, voi guardate in alto”. Infine, l’invito a vivere l’Eucaristia con consapevolezza e riconoscenza: “Non stiamo solo venerando il sangue di Cristo morto, ma riceviamo il sangue di Cristo risorto. Se il suo sangue scorre in noi, da noi uscirà qualcosa della sua bellezza”. Parole forti, vere, illuminate dalla fede e dalla concretezza. A Clauzetto, in quel santuario che profuma di storia e di preghiera, si è respirata la certezza che Cristo è vivo, che ci attira a Sé, e che davvero la nostra speranza è già in cielo.

Bruno Temil

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