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“Il Misteri”, a Camino al Tagliamento il festival “Os, mos Boboros”, suggestioni sull’Aquileia di don Pressacco

Si terrà dal 24 al 29 giugno, a Camino al Tagliamento, tra Bugnins e Pieve di Rosa, la quarta edizione del “festival rustico” “Os, Mos, Boboros”, progetto culturale ideato dall’associazione Boboros, “in memoria di don Gilberto Pressacco”, lo studioso, musicista e musicologo che ha approfondito le origini del cristianesimo aquileiese. Morto nel 1997, era nato a Turrida di Sedegliano il 27 settembre 1945 e, dunque, quest’anno avrebbe compiuto 80 anni.
Obiettivo del festival, spiega il coordinatore e direttore artistico della manifestazione, Luca De Clara, è «lavorare sui cantieri aperti dalla ricerca storica di don Gilberto», quindi sulle suggestioni legate al primo cristianesimo aquileiese, ma anche alle tracce antropologiche lasciate sul territorio da quell’antico passato.
Dopo le precedenti tre edizioni, dedicate rispettivamente ad “Aghe”, “Tiere” e “Claps”, quest’anno il tema è “Il misteri”, «che ci permette – prosegue De Clara – di centrare l’attenzione su ciò che fa da sfondo alla ricerca storica di don Gilberto, che fu basata su indizi».
Si comincia con “Infinitamente grande e infinitamente piccolo. Misteri della materia e dell’universo”, con il fisico friulano Fabrizio Coccetti, dirigente tecnologo del Centro ricerche Enrico Fermi di Roma. Martedì 24 giugno, alle 21.15, nell’azienda Agricola Ferrin di Camino al Tagliamento (Casali Maione), «Coccetti – prosegue De Clara – ci darà un esempio della sua capacità di spiegare argomenti difficilissimi in modo comprensibile anche ai non specialisti. Dopo la conferenza ci trasferiremo in vigna con l’associazione Pordenonese di astronomia che metterà a disposizione del pubblico alcuni telescopi per osservare i “misteri” delle stelle».
Mercoledì 25 giugno, sul sagrato dell’antica Pieve di Rosa, spazio alla musica con il chitarrista Marco Bianchi e il jazzista Mauro Ottolini i quali eseguiranno musiche originali ispirate proprio al “Boboros”, su un testo dello stesso De Clara. Borboros è una parola greca che significa fango, sozzura, ma anche la profondità della terra. Nei primi scrittori cristiani, indica l’inferno. Un inferno che, nella teologia aquileiese, viene liberato e mondato attraverso la discesa agli inferi di Cristo. Don Pressacco studiò proprio questo aspetto della teologia e rintracciò la radice del termine “borboros” nel friulano “Boboros”, che indica il diavolo che spaventa i bambini.
Giovedì 26 giugno ci sarà la tradizionale “Cena del Boboros” nella trattoria “Da Bepo” di Bugnins, un convivio letterario-gastronomico su invito, con “incursioni anarchiche” dello storico Angelo Floramo e dello chef Germano Pontoni. Nel corso della serata saranno presentati anche i “Quaderni del Boboros” con due delle relazioni dello scorso anno: dell’antropologo Giampaolo Gri e di Angelo Floramo.
Sabato 28 giugno, nella corte della canonica di Bugnins, alle ore 21, l’ospite sarà Gabriele Pelizzari, storico del cristianesimo antico, docente all’Università Statale di Milano, «colui che – spiega De Clara – ha più di altri raccolto l’eredità della ricerca di don Gilberto». Sollecitato dalle domande del vicedirettore del Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini, terrà una conversazione dal titolo “Nel mistero di Aquileia il futuro del Friuli”. «Aquileia – spiega De Clara –, città cosmopolita, luogo di incrocio di genti, popoli, culture e fedi religiose ha saputo accoglierle in maniera inclusiva e aperta. In un momento in cui si erigono tanti muri, in cui i confini tornano ad essere presidiati, l’accoglienza e l’inclusività di cui Aquileia è stata simbolo sono un patrimonio prezioso».
Il “festival rustico” si concluderà nel segno della musica, domenica 29 giugno, alle 21, nell’azienda Ferrin, con il concerto-dedica per gli 80 anni di don Gilberto Pressacco affidato al pianista friulano Glauco Venier.

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