Uno studio per conservare il Dna degli alberi monumentali attraverso l’elaborazione di un piano di riproduzione è stato avviato dalla Direzione infrastrutture e territorio della Regione Friuli-Venezia Giulia. L’obiettivo è preservare il genoma delle piante che presentano una grande resilienza, tale da poter essere parte in futuro di alcune misure di contenimento del riscaldamento globale.
«Il Fvg – ha spiegato l’assessora a Infrastrutture e territorio, Cristina Amirante i custodisce l’albero autoctono più alto d’Italia, un abete bianco nel territorio di Paularo, comune che detiene anche il record di “ospitare” i tre alberi più alti della regione. Sono oltre 1.600 gli alberi monumentali che la Regione ha finora censito e che protegge sull’intero territorio regionale».
Lo studio è stato avviato in collaborazione con gli Orti Botanici di Trieste e Udine, con quelli nazionali di Palermo e Padova e altri istituti internazionali, oltre che con la Direzione forestale e del Vivaio regionale di Tarcento.
1600 piante tutelate in regione
In Fvg, ricorda una nota della Regione, sono 541 le schede di alberi monumentali censite e approvate, per un totale di oltre 1.600 alberi tutelati. Oltre al record dell’albero autoctono più alto d’Italia (l’abete bianco di Paularo con i suoi 53,34 metri di altezza e una circonferenza di 3,32 metri) vi sono altri tre giganti che sorpassano per larghezza del fusto gli otto metri di circonferenza: un pioppo bianco a Fraforeano, la quercia di Sterpo a Bertiolo e il castagno di Canalaz a Grimacco.
Nel patrimonio degli alberi monumentali del Fvg sono ricomprese 120 specie diverse, alcune molto rare e presenti solo sul territorio regionale. Inoltre, il 70% dei comuni della regione vanta nel territorio la presenza di almeno un albero monumentale o notevole.