Un anno di lavoro a servizio delle persone e delle comunità. Numeri che offrono – da un osservatorio privilegiato – uno sguardo sulla realtà sociale del territorio e dunque anche su quelle che sono le fragilità che lo attraversano. Contengono questo e molto altro i Bilanci sociali del Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine e dell’Opera diocesana Betania, presentati lunedì 14 luglio in conferenza stampa.
«Un lavoro significativo – ha osservato l’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba – che si sostanzia in una carità fatta con grande competenza, insieme al territorio e con le istituzioni. Dai dati emergono chiaramente alcune problematiche che si stanno facendo sempre più incalzanti, l’emergenza abitativa è una di queste». «Un lavoro corale – ha poi sottolineato il direttore della Caritas diocesana di Udine, don Luigi Gloazzo – fatto per essere accanto alle persone povere, per risvegliare le loro capacità, per accompagnarle in un cammino di uscita dalla condizione di totale dipendenza dagli altri verso una reale autonomia. È il senso del nostro lavoro: vedere, farci prossimi, farci carico, prenderci cura e aiutare così le persone a essere persone, ad avere delle relazioni con gli altri non di dipendenza, ma di reciproco aiuto. Come procediamo? Osservando la realtà in maniera scientifica, mettendola sotto la lente del Vangelo e poi operando, perché l’operatività deve sempre chiudere il cerchio».
Alcuni numeri
Ma veniamo ad alcuni numeri elaborati dall’Osservatorio Povertà e Risorse del Centro Caritas. Il Centro di Ascolto diocesano nel 2024 ha supportato 891 persone (+17% rispetto al 2023), 2.123 gli interventi. Se si allarga lo sguardo a tutta la rete dei Centri di Ascolto sul territorio, comprendendo il Cda della mensa diocesana, e gli 11 Cda nelle Collaborazioni Pastorali (Udine in via Rivis, Codroipo, Cividale, San Daniele, Gemona, Palmanova, San Giorgio di Nogaro, Mortegliano, Rivignano-Teor, Majano e Tolmezzo) le persone sostenute sono state 2.621 con 5.656 interventi. Quest’ultimo dato è particolarmente rilevante perché segna un aumento del 47% di interventi rispetto al 2023 che evidenzia una crescita significativa delle necessità delle singole persone aiutate.
Nel 39% dei casi si è trattato di donne, nel 61% di uomini. Nel 71% dei casi parliamo di cittadini stranieri, mentre, per il 29% del totale, di cittadini italiani. In città, una persona su due era al primo accesso, mentre sui territori una persona su tre era seguita già da tre anni, dunque con situazioni di fragilità di lungo periodo. Tra i numeri si legge inoltre che sono in crescita gli uomini italiani che hanno fatto accesso alla mensa diocesana (+42%) e al Centro di Ascolto diocesano (+24%).
Le fragilità
Tra le fragilità maggiori: assenza di reddito (44%), reddito insufficiente (23%) e difficoltà con utenze e spese straordinarie (10%). Continuano a crescere le persone con fragilità legate alla casa: +24% rispetto al 2023. I bisogni abitativi riguardano il 28% degli italiani e il 63% degli stranieri. Tra gli italiani, oltre a problemi economici e lavorativi, quasi 1 su 3 ha problemi legati alla casa (specialmente tra le fasce d’età più giovani) o di salute (soprattutto tra le fasce d’età più anziane), familiari (1 su 5).
Un ampio servizio sul numero de La Vita Cattolica del 16 luglio 2025.