Abbonati subito per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie
L'editorialeNews

Sostare con gli occhi al cielo

Celebriamo in questi giorni il meritato riposo da lavori più o meno stressanti, celebriamo la sosta dai ritmi frenetici del quotidiano affaticarci. Giusto e doveroso farlo.
Sempre in questi giorni alcuni si muovono verso luoghi del silenzio e della meditazione, altri verso i luoghi del divertimento e dello svago. Ognuno ha il suo modo di uscire dagli obblighi del quotidiano. Ognuno ha il desiderio di staccarsi dalle brutture delle guerre, degli odi, delle violenze di ogni genere, che purtroppo affliggono ogni tempo.
La Chiesa invita a una sosta diversa per rifocillare lo spirito e rianimare la mente e il cuore. Dalle letture di testi e memorie che sollevano il cuore e la mente, al ritirarsi in luoghi dello spirito. Tutti momenti difficili da trovare durante l’anno. Buone proposte ci sono ovunque: dai pellegrinaggi alle settimane di studio o di ritiro spirituale, dagli eremi dove ritirarsi in solitudine e preghiera ai santuari dove ritrovare devozioni purificate.
Tutti siamo comunque chiamati a fermarci almeno il giorno dell’Assunzione di Maria in cielo per uno sguardo particolare alla nostra vita, sull’esempio di Maria. Uno sguardo che si alzi verso il cielo.
Certo celebriamo una grande festa, insieme alle chiese orientali che celebrano la “Dormitio Virginis”. Loro celebrano la conclusione della vita terrena di Maria con una liturgia eccezionale che ricorda lo stesso mistero della passione-morte-risurrezione del Figlio. Noi esaltiamo soprattutto la parte finale, guardiamo in particolare al dopo morte, la nostra riflessione è soprattutto sul Cielo più che sugli ultimi giorni di Maria su questa terra.
Celebriamo Maria che entra definitivamente in Cielo, dopo che il Cielo era entrato nella sua vita sin dall’annunciazione dell’angelo. E non l’ha più lasciata.
La sua è stata tutta una vita tesa verso il cielo, un cielo desiderato e atteso in ogni istante, il Cielo presente e vivo nel suo Figlio Gesù.
Ora in Cielo, cioè nella vita piena in Dio, c’è il corpo di Cristo risorto, ma c’è anche il corpo di Maria, anticipo di quello che sarà per tutti noi nel giorno della risurrezione. Nei racconti dei Padri della Chiesa c’è una bella descrizione di come Maria è stata portata in Cielo dagli angeli e come il suo corpo è tornato assieme alla sua anima per una nuova vita celeste.
Il nostro è un cammino sulla terra, che ha come meta il Cielo: siamo persone rivestite di corpo in terra incamminate verso la vita in Cielo.
Maria assunta in cielo ci parla del nostro futuro, ci dice come saremo accanto al suo Figlio nella gioia di Dio. È un mistero grande quello che celebriamo con l’assunzione, mistero di speranza e di gioia per tutti (Benedetto XVI,15 agosto 2011).
L’ Assunzione di Maria in cielo, nella sua realtà umana di corpo e di anima, costituisce una di quelle certezze mistiche che aiutano l’uomo a non errare nel suo giudizio sulla creazione, e nel suo comportamento di fronte alla verità del suo destino e di quello di tutto l’universo. Dice a ciascuno di noi: la tua carne è santa, non è retta dall’istinto, ma dalla mente e dallo spirito; per questo, meritevole di quel rispetto e di quella venerazione che è richiesta dai templi sacri.
L’Assunzione di Maria è una promessa, una caparra, è l’ultimo destino dell’umanità.
Maria apre la strada e, dietro a lei passeremo tutti con la nostra materia glorificata, con quell’universo degli universi che è il corpo dell’uomo, corpo che è il nostro compagno, il nostro complice, il nostro accusatore e spesso la nostra vittima. L’ Assunzione di Maria ci dice che risorgeremo da tutte le morti e, compiuti e riconfermati, saremo accolti nel luminoso seno del cielo dei cieli. (G. Vannucci)
Quindi il primo invito che viene fatto è di non dimenticare il Cielo, avere desiderio di Cielo e non solo desiderio di terra. Vuol dire che l’uomo, che soprattutto oggi tende a pensare esclusivamente alla terra, deve esser spinto a pensare al Cielo, a non dimenticare che è atteso in Cielo.
È un richiamo al fatto che il fine ultimo della vita non è la terra.
Il fine ultimo della vita è il Cielo, cioè Dio.
Il fine ultimo è essere in Cielo con tutti i Santi.

Padre Cristiano Cavedon

Articoli correlati