La fraternità francescana secolare di Cividale del Friuli si prepara a vivere con intensità la festa dell’impressione delle sacre stimmate di San Francesco e lo fa promuovendo una Veglia di preghiera. L’appuntamento si terrà martedì 16 settembre 2025 nella chiesa di S. Pietro ai volti a Cividale.
Il dono delle stimmate
Le fonti agiografiche raccontano che Francesco d’Assisi, dopo un intenso periodo di attività apostolica, si ritirò sulla Verna per realizzare una quaresima di digiuno e preghiera, secondo il suo solito. È proprio in questo contesto di silenzio e di orazione che il Poverello riceve la visita del Serafino alato, dato che solo il silenzio rende possibile l’ascolto e l’accoglienza di colui che parla. Sulla Verna, il desiderio profondo che animava il Poverello a seguire Cristo e a conformarsi totalmente a Lui si realizza nell’incontro con il Crocifisso, che gli imprime nel cuore e nel corpo i segni dell’amore. San Bonaventura sintetizza così l’esperienza di Francesco: «Il verace amore di Cristo aveva trasformato l’amante nella immagine stessa dell’Amato» (Legenda maggiore 13, 5, FF 1228). L’incontro con l’Amato diventa un canto di lode; perciò Francesco, dopo l’incontro con il Crocifisso, compone le Lodi di Dio Altissimo, preghiera che sgorga da un cuore innamorato, totalmente centrato nel Tu divino: «Tu sei santo, Signore, solo Dio, che operi cose meravigliose. Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo…» (Lodi di Dio Altissimo 1-2, FF 261).
Dopo avere ricevuto le sacre stimmate, «Francesco discese dal monte e portava in sé l’effigie del Crocifisso, raffigurata non su tavole di pietra o di legno dalla mano di un artefice, ma disegnata nella sua carne dal dito del Dio vivente» (Legenda maggiore 13, 5, FF 1228). E così come fu toccato dal dito di Dio, adesso egli stesso va incontro ai poveri, ai malati e ai bisognosi per toccarli, per trasmettere loro l’amore divino.
L’incontro con il Crocifisso spinge Francesco all’incontro con i crocifissi della storia, di cui desidera alleviare il dolore, come nell’episodio dell’uomo tormentato dal freddo, narrato da San Bonaventura: «Infiammato dal fuoco dell’amor divino, Francesco stese allora la mano e lo toccò. Fatto davvero mirabile: al contatto di quella mano sacra, che portava in sé il carbone ardente del serafino, immediatamente quell’uomo si sentì invadere, dentro e fuori, da un fortissimo calore, quasi fosse investito dalla fiamma di una fornace» (Legenda maggiore 13, 7, FF 1231). Ricordare e celebrare Francesco toccato dal Crocifisso, ci sollecita a uscire da noi stessi per «toccare la carne sofferente di Cristo negli altri» (Gaudete et exsultate 37) e, allo stesso tempo, per lasciarci toccare e interpellare dalle numerose situazioni drammatiche di dolore e sofferenza in cui si trovano immersi tanti dei nostri fratelli e sorelle in tutto il mondo.