Dov’è il problema se mamma è più severa e nonna più permissiva? Cosa c’è di male se a casa dei nonni posso mangiare qualche dolce in più, magari anche guardando la tv? Chi ha ragione: il nonno che mi fa tanti regali o il papà che non vuole?
In un’intervista pubblicata sulla Vita Cattolica del 24 settembre 2025, ne abbiamo parlato con Daniele Fedeli, pedagogista e docente all’Università di Udine, che proprio sul tema della coerenza educativa tra nonni e genitori terrà un incontro a Mortegliano, promosso dall’Auser, martedì 7 ottobre (ore 20.30, Villa dei Conti di Varmo, via Cavour 52).
«Se gli adulti si contraddicono il bambino rischia di sentirsi abbandonato a se stesso»
«Non esiste un modo in assoluto giusto di educare – afferma Fedeli –, ma è importante che sia un modo coerente, che le figure adulte di riferimento procedano in modo coeso». L’incoerenza, infatti, è un aspetto problematico perché «crescere in un ambiente incoerente per i bambini vuol dire crescere in un ambiente imprevedibile: non sanno cosa aspettarsi. E questo può causare problemi di comportamento, difficoltà di adattamento e via dicendo».
Non solo, se gli adulti si contraddicono davanti al bambino, «gli trasmettono l’immagine di un mondo di adulti che non ha le idee chiare». Con quali conseguenze? «In un primo momento lui potrà approfittarne e andare verso l’adulto che gli concede più cose, ma nel lungo periodo il rischio è che si senta abbandonato a se stesso. Sarebbe come se in sala operatoria io mi trovassi con due medici che cominciano a litigare tra di loro su come bisogna procedere, come paziente non mi sentirei affatto tranquillo.
Poche regole condivise
«Su alcune regole di fondo – poche, 3 o 4 – è importante che i genitori e i nonni lavorino insieme – insiste Fedeli –, perché quelle regole servono al nucleo familiare per funzionare. Su altre cose indubbiamente il nonno e la nonna hanno una funzione diversa rispetto ai genitori, più affettiva, possono di conseguenza concedere qualcosa in più al bambino».
Le regole riguardo l’uso degli schermi (tv, videogiochi, cellulari…) rientrano tra quelle “di fondo”, indica il pedagogista. Ma anche la gestione dei pasti, il tema regali. «Che i nonni tendano a regalare molto ai bambini è normale – argomenta Fedeli –, però ricordiamoci che il regalo deve essere qualcosa che si desidera. Educare il bambino a desiderare e ad aspettare e, in base all’età, pure a gestire un po’ la frustrazione dell’attesa, anche questo è un passaggio educativo importante. Quindi sì a qualche regalo, ma ricordando che anche offrendo un regalo noi stiamo educando, quindi è bene chiedersi quali sono le conseguenze di quella nostra azione».
Il compito dei nonni? Supportare e aiutare il genitore a sentirsi più sicuro
Ai nonni Fedeli consiglia di «supportare, ma non sostituirsi ai genitori». «Compito non solo dei nonni, ma di tutta la famiglia allargata dovrebbe essere quello di rendere i genitori più autonomi e più sicuri, aiutando il buon funzionamento della famiglia. Può essere utile chiedersi: in che modo io posso rendere il genitore più sicuro e autonomo nel suo modo di procedere?».