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«Genitori e nonni, educate al digitale». Un progetto MEC (“Custodi digitali”) e un webinar per genitori

«La frase più frequente che i bambini si sentono dire dai genitori è: “aspetta un attimo”. I grandi stanno facendo altro, quasi sempre hanno lo sguardo sullo smartphone e non dedicano il giusto tempo ai piccoli». Ahia. Colpiti e affondati. Marco Grollo non usa mezzi termini per definire la triade tra genitori, bambini e digitale: «un equilibrio delicato». Grollo, educatore, è presidente dell’associazione Media, Educazione e Comunità, artefice – tra gli altri – del progetto “Custodi digitali”, dedicato al rapporto tra bambini e display. A questo proposito, vale la pena ricordare i dati di una ricerca dell’Istituto superiore di sanità chiamata “Okkio alla salute”: nel 2023 il 34% dei bambini della nostra regione in età compresa tra 6 e 10 anni trascorreva oltre due ore al giorno davanti agli schermi di TV, smartphone o tablet, una tendenza in leggero aumento. I dati registrano una vera e propria impennata nei fine settimana, quando quattro bambini su cinque trascorrono oltre due ore al giorno davanti a un display. Le radici di tutto ciò stanno nella fascia d’età precedente, quella della prima infanzia, sulla quale si stanno concentrando le attenzioni del progetto Custodi digitali.

Marco Grollo, presidente dell’ass. Media, Educazione, Comunità (MEC)

Dott. Grollo, per il corretto sviluppo dei più piccoli qual è il problema di un’esposizione tanto elevata ai display?

«Innanzitutto, le ricerche ci evidenziano effetti legati alla vista: per esempio, un aumento della miopia infantile abbastanza importante in tutti i paesi industrializzati. Poi c’è il movimento: gli schermi fanno stare fermi i bambini, ma il movimento è fondamentale per favorire diversi apprendimenti, non solo dal punto di vista dello sviluppo fisico, ma anche per quello cognitivo. Il terzo elemento è relazionale: ci sono tantissimi adulti dipendenti dagli schermi, ma in certe fasi dello sviluppo evolutivo lo sguardo e la relazione diretta sono fondamentali, in particolare nei primi anni di vita. Guardare negli occhi i bambini e stare in relazione esclusiva con loro ha un grandissimo impatto dal punto di vista del benessere del bambino.»

Ci sono genitori, nonni, persino insegnanti che accendono la TV o mettono in mano ai bambini dei dispositivi digitali, “così stanno buoni”. È una pratica tollerabile o è meglio evitare del tutto?

«Nessuno pensa che sia meglio evitare del tutto. Se gli schermi sono usati con la mediazione dell’adulto, per esempio per stare in contatto con i nonni o per condividere delle cose, per “vedere insieme”, allora non c’è nessun problema. Lo stesso dicasi per un utilizzo didattico, per esempio fotografando la natura, osservando la differenza tra un oggetto reale e uno fotografato, eccetera. Va evitato assolutamente l’utilizzo passivo, cioè piazzare i bambini davanti allo schermo in modo che guardino delle cose, oppure che siano fermi.»

L’intervista integrale, a firma di Giovanni Lesa, è pubblicata sul numero de La Vita Cattolica dell’8 ottobre 2025.

Martedì 14 ottobre un webinar per genitori e nonni

Per conoscere le implicazioni dell’esposizione dei bambini della prima infanzia agli schermi digitali, l’ass. MEC propone un incontro on-line gratuito per genitori e nonni martedì 14 ottobre alle 18. Il webinar, dal tema «Come proteggere i bambini ed educarli a un uso sano del digitale», vedrà la partecipazione di Cosimo Di Bari (esperto di digitale, prima infanzia e saggista), della pediatra Chiara Orietti e della pedagogista Alice Di Leva. Adesioni sul sito www.associazionemec.it.

Regione FVG, 150mila Euro per “Custodi digitali”

Lo scorso 23 settembre la Regione Friuli-Venezia Giulia ha annunciato un finanziamento di 150mila Euro per il progetto “Custodi digitali” dell’ass. MEC. Il progetto mira a contrastare il crescente aumento di utilizzo degli schermi nei primi anni di vita e a favorire il benessere psicologico, cognitivo e relazionale dei bambini. Il progetto è realizzato attraverso una co-progettazione tra Regione, MEC e istituto Burlo Garofolo, che assicurerà il coordinamento scientifico. Nel progetto, i pediatri sono figure chiave: già da alcuni anni essi stanno lavorando su questo tema con i genitori, tanto da produrre dei materiali e una Guida per l’educazione digitale. Custodi Digitali si articola in una serie di azioni che coinvolgono anche altri soggetti: il mantenimento e la valorizzazione della rete dei pediatri di famiglia e la formazione del personale sanitario, del personale educativo 0-6 anni, degli operatori del sistema bibliotecario e dell’educazione.

G.L.

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