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Friuli Collinare

Riapre la parrocchiale di Nogaredo di Prato

È una domenica di grande festa quella che attende la comunità di Nogaredo di Prato, il 19 ottobre, infatti, la chiesa parrocchiale, dedicata a San Martino riaprirà ai fedeli dopo un significativo restauro. «Dopo tre anni di lavori seguiti egregiamente da don Luca Calligaro e da bravi professionisti e collaboratori – spiega il parroco don Simone Baldo –, la chiesa parrocchiale è finalmente pronta ad accogliere nuovamente i fedeli per la celebrazione dell’Eucaristia. Si tratta di un evento molto importante per la storia di questa comunità. A rendere possibile l’intervento sono stati i contributi della Regione e della Conferenza episcopale italiana (attraverso i fondi 8xmille) ma anche la generosità della popolazione che, per esempio, si è unita nell’offerta del restauro dei banchi. Assieme al vescovo e alla comunità abbiamo concordato la data della riapertura: domenica 19, terza di ottobre, in ricordo della prima dedicazione della chiesa. Celebreremo alle 9.30 la Santa Messa e il nostro Arcivescovo benedirà l’opera restaurata. Da lì l’idea di arrivare a domenica attraverso un triduo di preparazione. Così venerdì 17 alle 20.30 la Filarmonica Linda, che quest’anno festeggia i 170 anni di fondazione, ci allieterà con una serata di musica. Sabato 18 vivremo, sempre alle 20.30, una veglia di preghiera con Adorazione Eucaristica e possibilità di Confessioni. L’Adorazione sarà improntata sulla figura della Beata Vincenza Maria Poloni, cofondatrice delle Sorelle della Misericordia di Verona, storicamente presenti a Martignacco, che l’indomani verrà canonizzata da Papa Leone XIV. La nostra suor Anna sarà in piazza San Pietro con un gruppo di giovani delle nostre parrocchie. Oltre alla concomitanza della data, c’è un altro tassello che lega la chiesa di Nogaredo alla nuova Santa: Vincenza è “nata al Cielo” proprio nel giorno di San Martino».

Madre Vincenza Maria Paoloni

Ma chi era Vincenza Maria Paoloni? Lo raccontano in nota proprio le suore di Martignacco. «I “Santi della porta accanto”, tanto spesso nominati da papa Francesco – scrivono le religiose –, qualche volta potrebbero essere definiti anche i “santi dalle porte aperte”. Proprio come, per il carisma ricevuto in dono, sono chiamate ad esserlo ogni giorno (disponibili all’assistenza dei malati, dei piccoli, dei disagiati, dei poveri) le Sorelle della Misericordia di Verona. Tutto questo è quanto vissuto dai loro fondatori il beato Carlo Steeb e madre Vincenza Maria Poloni che sarà proclamata “santa” da Papa Leone XIV il 19 ottobre». «La nostra Diocesi – proseguo le suore nella nota – non può ignorare questo evento, anzitutto perché la santità non è un fatto individualistico, ma universale e perché le figlie spirituali dell’ormai prossima santa sono nella Chiesa udinese da un secolo e mezzo e, a Martignacco, esattamente dal 1909».
Che cosa ha fatto per essere “santa?” «Niente e tutto, considerando “niente” la semplicità di un percorso di vita all’insegna della normalità, della semplicità. “Tutto” considerando le porte del cuore sempre aperte al dono di sé, offerto in modo semplice, caritatevole e umile al Signore riconosciuto, amato e servito nei fratelli, a partire dai più vicini, spesso i più bisognosi».
«Nata a Verona il 26 gennaio 1802 fu battezzata lo stesso giorno con il nome di Luigia – raccontano le suore –. Svolse in famiglia la sua donazione primaria a servizio di una nidiata di nipoti e della loro mamma quasi cieca e per giunta di equilibrio psichico instabile. Con la guida di don Carlo Steeb, dopo tanta attesa, tanta preghiera e tanto volontariato nel Pio Ricovero cittadino, a contatto con le persone più bisognose, accolte in un ambiente squallido ricettacolo di miserie di vario genere, Luigia maturò la risposa da dare a don Carlo e per mezzo di lui al Signore che la voleva Fondatrice di un Istituto: “Io sono la più inetta delle sue creature, ma il Signore si serve talvolta di umili strumenti per le opere sue. Sia fatta, dunque, la sua volontà”. Il 2 novembre 1840 segnò l’inizio della concretizzazione della volontà di Dio nell’opera che vedrà Luigia e 12 sue compagne il 10 settembre 1848, davanti alla Chiesa rappresentata dal Vescovo della Diocesi di Verona Aurelio Muti, emettere la professione religiosa. Luigia, in onore di San Vincenzo e della Vergine, si chiamerà Vincenza Maria. L’Istituto, da allora è aperto ad ogni opera di misericordia spirituale e corporale, con una sensibilità verso i più bisognosi. È presente, oltre che in Italia, in Germania, Portogallo, Tanzania, Angola Burundi, Argentina, Brasile e Cile. Per la riduzione numerica e per l’età avanzata, noi sorelle ci sentiamo più che un tempo, strumenti umili, ma la fiducia che Dio può fare grandi cose con umili strumenti le fa gioire della canonizzazione della loro Fondatrice e confidano nella sua intercessione».

Anna Piuzzi

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