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Da Illegio a Go!2025. Mostra “Sul confine della pace”

Parte da Illegio la mostra “Sul confine della pace. La grande bellezza scuote il mondo in fiamme” che dall’8 novembre fino all’8 febbraio animerà GO!2025 nella suggestiva cornice della chiesa di San Carlo e Palazzo del Seminario. Fra le opere in mostra, quella più iconica ed espressiva di ogni tempo in tema di pace e guerra: Guernica di Pablo Picasso, esposta attraverso l’ampio cartone prodotto dall’artista nel 1955, trasposto nell’arazzo esposto nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu a New York. Arriveranno anche opere di maestri come Canova, Rodin, Rubens, Gauguin, Raffaello, Manzù.

«La mostra “Sul confine della pace” – spiega il curatore don Alessio Geretti – è un G7 dell’arte, che convoca d’urgenza i grandi della bellezza universale a un ideale tavolo di pace, per ricondurre a ragionare lucidamente e profondamente sul riscatto possibile e necessario dalla spirale delle prevaricazioni e dal suo strascico di sangue, distruzione e rancore. È una meditazione d’arte attraverso una selezione ristretta di capolavori, con tre momenti fondamentali».

La presentazione della mostra

Il primo volge lo sguardo sulla condizione umana, attraversata al suo interno da confini a volte tormentati. Siamo un meraviglioso slancio verso l’immensità e al contempo siamo prigionieri di pesantezze, di attaccamenti, di risentimenti, dentro il nostro stesso essere noi siamo spesso una guerra irrisolta, ed è per questa ragione che propaghiamo conflitti, finché il nostro cuore non viene pacificato.

Il secondo momento percorre in pochi passi il mutare dello sguardo sulla guerra e sui confini, per secoli celebrati epicamente dalla retorica delle vittorie e degli eroismi, delle conquiste e delle liberazioni, ma gradualmente trovandoci obbligati a riconoscere l’orrore di ogni conflitto. Dal XX secolo, in particolare, la guerra ha assunto connotazioni tali da rivelarsi sempre come una sconfitta dell’umanità, un’assurdità che calpesta innocenti, distrugge il pianeta, offende Dio. E l’arte lo sa, lo dichiara abbandonando sempre più ogni pudore.

Il terzo momento della mostra considera il superamento possibile dei confini nella pace e nella riconciliazione, dentro l’uomo e tra gli uomini e i popoli. In quel momento della mostra le opere si fanno appello etico, proposta diplomatica, speranza mistica. Nell’anno in cui Gorizia e Nova Gorica sono Capitale Europea della Cultura con la missione di aiutare il mondo a ripensare i confini, il mondo stesso è invitato dalla Chiesa a vivere l’ultimo tratto del Giubileo della Speranza: ebbene, «la mostra “Sul confine della pace” – osserva don Geretti – abbatte per un momento anche il confine tra chi crede e chi non crede, perché tutti sperano, o meglio, di fronte ad un mondo in fiamme tutti devono sperare insieme».

Lara Iob, presidente dell’associazione culturale Comitato di San Floriano che ha ideato e realizzato la mostra, sottolinea «l’importanza di uno straordinario percorso espositivo che vedrà lavorare insieme la Chiesa e la società civile, riunite nell’impegno comune per la promozione di un messaggio di riconciliazione e fraternità: proprio sul confine, metafora di fratture fra popoli, ma anche di laceramenti interiori dell’uomo e adesso opportunità per un forte invito alla pace». “Sul confine della pace” è un progetto promosso dall’Arcidiocesi di Gorizia, in stretta sinergia con il Comune di Gorizia e con Illegio, Associazione culturale Comitato di San Floriano.

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