Tra boschi e pendii, ogni stagione ha le sue splendide caratteristiche: colori, suoni, profumi, tracce di animali. Per i più piccoli, un’autentica palestra di conoscenza a cielo aperto. Eppure, l’autunno, con le sue sfumature (e le sue fresche temperature) si gioca di diritto il primo posto nella speciale classifica di bellezza. Che escursione conviene fare, quindi, con bambini di pochi anni? Teniamo presente che d’autunno quasi tutti i rifugi sono chiusi, per cui possiamo optare per brevi escursioni alternative e altrettanto suggestive. Da vivere, rigorosamente, in famiglia e lontano da tablet e cellulari.

Raveo, i colori di Valdie
Concentriamoci innanzitutto in Carnia, dove la possibilità di escursioni con bambini non manca affatto. Splendidi, per esempio, gli stavoli di Valdie, nelle alture sovrastanti Raveo. In una radura raggiungibile in circa 40 minuti a piedi dalla chiesa del paese (ma attenzione alla strada ripida e scivolosa!) c’è una chiesetta con minuscolo, ma splendido, portico: il luogo ideale per un ristoro del corpo e dello spirito. Accanto, nei prati, diversi stavoli immersi in una cornice autunnale meravigliosa. Alcuni hanno anche animali, per la gioia dei più piccoli. Per raggiungere Valdie ci si addentra nel coloratissimo bosco retrostante il paese, transitando accanto al seicentesco eremo francescano della Madonna del Castellano, a sua volta immerso nel bosco.
Frino e i folletti di Forni Avoltri
Saliamo in auto e spostiamoci, risalendo la valle del Degano fino a Forni Avoltri. Lasciando l’auto nei pressi della chiesa seguiamo le indicazioni per il Sentiero del folletto Frino, che conduce chi lo percorre fino alla località di Pierabech. Lungo la strada forestale, dal dislivello di circa 100 metri, si incontrano i Fornetti, piccoli folletti della valle, che spiegano come la montagna può rigenerarsi dopo terribili sconvolgimenti. È il caso della tempesta Vaia del 2018, che sferzò con particolare violenza questo angolo della Carnia: il sentiero di Frino, infatti, è stato allestito dopo tale evento. Proprio Frino è l’ultimo dei folletti che si incontrano lungo il sentiero, prima di giungere a Pierabech e godersi il meritato riposo. Rientrati a Forni, è necessaria una tappa al masso con le impronte del dinosauro che giace sul lato nord della strada statale: milioni di anni fa questi territori – all’epoca non ancora montani – erano abitati da creature gigantesche che hanno testimoniato la loro presenza con impronte giunte fino a noi.
Anche a Forni di Sotto ci sono gli gnomi
Da un Forni all’altro. Anzi, agli altri. Anche i folletti di Forni di Sotto hanno un loro sentiero e invitano i più piccoli nel loro villaggio. Alla sede dell’albergo diffuso “Dolomiti”, infatti, si può ricevere la mappa dei tre itinerari del Sentiero degli gnomi, per bambini di ogni età. Il più breve, per i più piccoli, è il sentiero della “Mini-caccia agli gnomi”, con partenza e arrivo dalla chiesa di Sant’Antonio, sulla strada verso Forni di Sopra. Lungo il suo chilometro e mezzo, i bambini potranno scoprire le casette degli gnomi e le loro sculture colorate, nella splendida cornice dell’autunno.
I laghetti di Forni di Sopra
Dopo aver incontrato gli gnomi, è d’obbligo un giro a Forni di Sopra e ai suoi celebri laghetti. Sul lato sud del paese, dopo gli impianti sportivi e accanto al primo corso del Tagliamento, è possibile girovagare in uno splendido parco giochi immerso nel verde (o nell’arancio, o nel giallo dell’autunno). L’itinerario, per rilassarsi a due passi dal paese, conduce ad alcuni laghetti affacciati sul Tagliamento… e sulla meravigliosa chiesa di San Floriano (attualmente in restauro), che merita una visita altrettanto doverosa.

AniMalborghetto e gli animali dei boschi
Terra di confine ricca di itinerari da compiere con i più piccoli, anche il Tarvisiano offre numerose (e coloratissime) possibilità per un’escursione poco impegnativa con i più piccoli. Iniziamo il nostro tour da Malborghetto. Lasciamo l’auto accanto alla chiesa parrocchiale, dinanzi al palazzo veneziano, e incamminiamoci verso la via principale del paese, lungo la quale scorgiamo le prime sagome di animali: un cervo, una lince, un orso… l’itinerario si chiama Animalborghetto e vuole far conoscere ai più piccoli gli animali della foresta tarvisiana grazie ad alcune sagome che si susseguono lungo un breve sentiero in salita, sul pendio a nord del paese. Così facendo si scopre che i boschi che circondano la località sono pieni di volpi e di cerbiatti, di scoiattoli e tassi. Il sentiero conduce fino a una cappella in una radura sovrastante il paese, dove una casetta accoglie i piccoli visitatori. Al rientro in paese, dopo un’oretta circa di saliscendi, è d’obbligo una cioccolata calda in una delle diverse e caratteristiche locande.

Le sculture nascoste di Camporosso
Per gli amanti della land art, poco oltre Malborghetto si giunge a Camporosso. Qui il parcheggio è nei pressi dell’antica pieve, nel centro del paese. Salendo lungo la strada che costeggia il cimitero e svoltando poco dopo sulla destra, si entra in un sentiero in falsopiano in cui i prati cedono lentamente il posto a un fitto bosco. Il viottolo, chiamato “Sentiero del Rio Argento”, costeggia il paese sul lato nord: per i più piccoli il divertimento, qui, è doppio: da un lato possono far frusciare e lanciarsi le foglie secche degli alberi – sempre che non siano troppo umide – e dall’altro possono scorgere le statue giganti di alcuni animali immersi nelle ombre del bosco. Sono le sculture del progetto “Land Art & Radici”, realizzate con rami e cortecce. Un enorme pesce, un orso, due gru che giocano: una scoperta dopo l’altra, insomma. Il sentiero conduce fino all’estremità del paese, dove si congiunge con la strada che porta in Val Bartolo (altra splendida camminata autunnale!). Oltrepassando la strada, tuttavia, si può giungere a piedi fino a Tarvisio.
Fusine, il regno del foliage
E poi ci sono loro, i laghi di Fusine. Uno dei luoghi più affascinanti (e fotografati) dell’intera regione. Anche qui la camminata è semplice e decisamente alla portata dei più piccoli. Con quel pizzico di avventura che comporta il saltare da una radice all’altra degli alberi che allungano le loro “dita” fino nell’acqua dei due laghi. Lo spettacolo dell’autunno è assicurato! Entrambi i laghi sono costeggiati da sentieri che ne permettono di percorrerne il perimetro, con numerosi i tracciati a congiungere i laghi inferiore e superiore. Nei pressi di quest’ultimo ci si può ristorare nella nuovissima baita dei Sette nani, oppure godere della splendida vista del monte Mangart dopo un pic nic sui numerosi tavolini predisposti nella piana alluvionale antistante il lago. Se si desidera una camminata meno affollata – i laghi sono gremiti di turisti, tant’è vero che la strada di accesso prevede una tariffa di 5 € per le auto – il suggerimento è di parcheggiare a Fusine e salire, a piedi, la strada che conduce al piccolo borgo di Aclete, immerso nel verde. La strada, breve ma in salita, è asfaltata fino al borgo, dopo il quale si prosegue per un altro tratto di salita entrando in un tranquillo bosco. Recentemente sistemata, tra splendide radure e qualche acquitrino, la strada conduce fino al lago inferiore di Fusine.
A Tarvisio nella gola dello Slizza
L’ultima opzione, ma non meno valida, è da percorrere in una giornata rigorosamente asciutta: è il breve sentiero dell’Orrido dello Slizza, a Tarvisio, un’aula scolastica a cielo aperto dove i più piccoli possono apprendere natura, geografia e storia. La camminata, ad anello, inizia da un piccolo parcheggio in via Bamberga, nei pressi della stazione di Boscoverde. Qui l’enorme statua di un soldato asburgico ci obbliga a una prima tappa storica: questi prati, infatti, furono teatro di numerose battaglie tra l’esercito asburgico e quello napoleonico, culminate nel 1809 con la celebre Battaglia di Tarvisio svoltasi tra Malborghetto e il Predil. Dopo la storia, ecco la geografia: dalla radura della statua, una ripidissima discesa conduce fino al greto del torrente Slizza, in una spiaggetta ghiaiosa che d’estate è un luogo di piacevole refrigerio. In autunno, invece, è una cartolina mozzafiato. Qui con i più piccoli si possono incontrare alberi di ogni tipo e osservare come la forza dell’acqua abbia scavato una forra dalle scarpate ripide e rocciose. Ai bambini più curiosi si può spiegare che l’acqua del torrente non finisce nel Mare Adriatico come quella dei fiumi che invece irrorano il nostro Friuli: qui siamo oltre lo spartiacque, per cui i flutti dello Slizza conducono al fiume Gail, poi alla Drava, infine al Danubio e al Mar Nero. Il breve sentiero lungo il torrente, da percorrere con attenzione perché può essere scivoloso, conduce gli escursionisti tra passerelle e cavità nella roccia, risalendo verso il parcheggio dopo meno di un’ora di cammino.
G.L.













