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Udine e dintorni

Il carcere di Udine si rinnova. Spazio per dar lavoro a 15 detenuti

I lavori per la ristrutturazione del carcere di Udine «sono in dirittura d’arrivo»: dopo l’apertura dell’ala per i semiliberi, a breve, «forse già entro il prossimo mese», saranno pronti gli spazi in cui una quindicina di persone detenute potrà lavorare, restando all’interno del carcere. A farlo sapere è Andrea Sandra, Garante dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale del Comune di Udine, annunciando il Seminario che il suo ufficio ha organizzato per giovedì 13 novembre, in sala Ajace, dalle ore 9 alle 19.
Patrocinato dal Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Udine, dall’Azienda sanitaria Universitaria Friuli Centrale, dall’ordine degli Avvocati e da quello degli Architetti, l’evento, che è aperto a tutta la cittadinanza, «ha lo scopo portare alla luce le problematiche del carcere di Udine, a partire dal sovraffollamento, che a fronte di 90 posti vede attualmente la presenza di 180 detenuti. Ma si parlerà anche di un aspetto importante e positivo: la ristrutturazione dell’ex sezione femminile, dove molti spazi sono già stati completati e resi utilizzabili, altri sono in fase di completamento e contiamo di finire tutto entro la fine del prossimo anno».
Negli ambienti ristrutturati è già operativa la sezioni per i semi-liberi, ovvero quei detenuti che dormono in carcere, ma lavorano fuori in un percorso di reinserimento graduale nella società libera. «Questa sezione, che ospita 11 persone, è ben funzionante, con soddisfazione non soltanto dei detenuti, ma anche del personale di sorveglianza», afferma Sandra.
In settimana, invece, ci saranno i collaudi per l’area relativa all’educazione e al lavoro. «Sono state realizzate delle aule studio molto luminose e confortevoli – prosegue il Garante – ed è la prima volta che il carcere di Udine si dota di ambienti nei quali alcune aziende potranno far lavorare le persone detenute con contratti di lavoro del tutto identici a quelli esterni. Il lavoro è importante non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto da quello “trattamentale” per consentire il reinserimento. Le aziende che opereranno nel carcere sono già state identificate: una cooperativa veneta che si occupa di assemblaggio e una sartoria. I detenuti impiegati, una quindicina, saranno scelti in base alle relazioni degli educatori. Mi auguro si possa partire già con il prossimo mese».
Gli ultimi due interventi strutturali saranno, infine, una sala multifunzionale costruita ex novo, da 100 posti, per attività di spettacolo e cultura, con protagonisti anche i detenuti, aperto alla città (avrà pure un accesso dall’esterno), e un campo di calcio in erba sintetica».
Nel corso del seminario si tratteranno anche altri argomenti. Di salute mentale in carcere, problema di sempre più difficile gestione e che richiederebbe strumenti diversi, parleranno il direttore del Dipartimento di Salute mentale, Marco Bertoli, e la psichiatra del carcere, Alessia Lestani. A seguire un dibattito su possibili riforme delle carceri, osservate dal punto di vista femminile con interventi di Susanna Ronconi, saggista, Giovanna Del giudice, psichiatra, Giulia Melani, sociologa e presidente della Società della ragione, Sarah Grieco, esperta di giustizia riparativa, Letizia Lo Giudice, avvocata, Sofia Ciuffoletti, Garante di Firenze, e Natalia Rombi, docente di Procedura penale all’Università di Udine. «L’auspicio è che dagli approfondimenti possano uscire proposte da suggerire al Governo», conclude Sandra.

Stefano Damiani

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