Nel Duomo di Martignacco, colmo di sacerdoti, diaconi e numerosi fedeli provenienti da tutta l’Arcidiocesi e oltre, si sono svolte oggi le esequie di don Paolo Scapin, morto alla vigilia del suo 75° compleanno. Sebbene in una giornata segnata da una pioggia battente e incessante, il duomo era gremito, a testimonianza dell’affetto e della stima che la comunità nutriva per il sacerdote.
L’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba, ha ricordato con profonda gratitudine la vita e il ministero di don Paolo, sottolineando come il fatto che la sua morte sia avvenuta un giorno prima del compleanno potesse essere interpretato come il pieno compimento della sua esistenza sacerdotale in Cristo.
Durante l’omelia, mons. Lamba ha richiamato la figura di grandi santi per illuminare la testimonianza di don Scapin. Ha ricordato san Francesco d’Assisi, definito dai biografi «non tanto un uomo che pregava, quanto un uomo trasformato in preghiera vivente», paragone che si addiceva perfettamente al sacerdote, ritrovato con la corona del Rosario ancora tra le mani, segno della sua preghiera costante e fedele.
L’Arcivescovo ha poi citato san Domenico, uomo mite, dedito ai poveri e capace di coniugare profonda interiorità e carità pastorale. Come il santo predicatore, anche don Paolo sapeva essere di giorno vicino alle persone e, nelle ore silenziose, perseverante nella preghiera. Don Paolo ha vissuto la sua vita e vocazione come un pellegrinaggio, sempre guidato dalla fede e dalla dedizione al servizio del Signore.

La celebrazione è stata arricchita dagli interventi del sindaco di Forgaria, dove don Paolo aveva servito come parroco ed era stato insignito della cittadinanza onoraria, e da un familiare vicino al sacerdote. Al termine del Rosario del mattino è stato invece letto un messaggio delle Suore Clarisse di Attimis.
Nel momento in cui l’Arcivescovo ha benedetto e incensato le spoglie, la Comunità Neocatecumenale — a cui don Paolo era molto legato — ha cantato la preghiera del Credo, rendendo l’omaggio particolarmente intenso e partecipato.
Anche il vicario dell’arcidiocesi, mons. Dino Bressan, ha voluto tratteggiare la figura di don Paolo, ricordando i numerosi incarichi svolti nel corso del suo ministero: l’ufficio di esorcista, il ruolo di direttore spirituale della comunità diaconale e, per un periodo, quello di guida spirituale delle Clarisse di Attimis.
L’omelia si è conclusa con l’affidamento di don Paolo al Signore: «Ora possa dimorare per sempre con Cristo, che è stato il primo cuore della sua esistenza e il senso ultimo del suo ministero».
Bruno Temil













