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Due uomini senza dimora morti a Udine est, l’Arcivescovo: «Apriamo gli occhi alle necessità dei fratelli»

«La notizia del rinvenimento delle salme di due uomini in un casolare abbandonato nella periferia di Udine riempie di tristezza e interroga la comunità civile ed ecclesiale sulla capacità di ascoltare il grido degli ultimi. Affido l’anima dei due defunti alla misericordia di Dio».

Lo ha detto mons. Riccardo Lamba, arcivescovo di Udine, in una nota diramata nel pomeriggio di martedì 25 novembre dall’Arcidiocesi di Udine, con la quale il presule esprime il suo cordoglio per la scomparsa di due uomini senza fissa dimora di origine pakistana (Nabi e Baig i loro nomi) morti, pare, per un’intossicazione da monossido di carbonio.

«L’attenzione verso chi è nel bisogno – ha proseguito mons. Lamba – non può essere delegata soltanto a chi si occupa di accoglienza in condizioni di emergenza, ma deve innervare le comunità cristiane e civili, il tessuto associativo, le realtà ecclesiali, i singoli cittadini e cittadine. Come ha ricordato il compianto Papa Francesco, siamo tutti fratelli e sorelle: alla luce del triste episodio odierno, questa affermazione “prende carne e diventa concreta, ci pone una serie di sfide che ci smuovono, ci obbligano ad assumere nuove prospettive e a sviluppare nuove risposte”».

Mons. Lamba ha esortato, infine, ad «aprire gli occhi di tutti alle necessità di questi fratelli e sorelle più bisognosi che, nell’invisibilità, abitano la nostra stessa città».

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