È morto lunedì 24 novembre all’Ospedale di San Daniele, dove era ricoverato da qualche giorno a causa di un malore. Il barbiere Benito Pitrelli, 95 anni, lavorava ancora nel suo salone di Dignano, insieme al figlio Daniele. Lascia anche l’altro figlio Marco e la moglie Elvia Mores, che ha sempre lavorato con lui come parrucchiera. I funerali di Benito – che ha scritto una pagina della storia di Dignano – saranno celebrati giovedì 27 novembre, alle 10.30, nell Pieve del paese, a due passi dalla sua bottega.
Per ricordarlo, riproponiamo l’articolo con il quale “la Vita Cattolica” aveva raccontato la sua storia, pubblicato il 9 aprile 2025.
Il barbiere Benito Pitrelli, a 94 anni è ancora in bottega
Dignano. Dalla Calabria per il servizio militare, è rimasto in Friuli per amore
È partito da Montegiordano, in provincia di Cosenza, poco più che maggiorenne, per il servizio militare a Casarsa della Delizia. «E per amore sono rimasto in Friuli», commenta sorridendo. Benito Pitrelli, 95 anni il prossimo primo settembre, ogni mattina alle 8.30 è puntuale nella sua bottega. Il sogno della sua vita che, nonostante l’età, scandisce ancora l’intera sua quotidianità. Benito è barbiere a Dignano da più di 70 anni. «Vado avanti finché sto bene – chiarisce subito –; per me è un divertimento». Sempre elegante nella sua divisa da lavoro, accoglie gli affezionati clienti – che arrivano anche da fuori comune, oltre Majano e Fagagna e persino dalla provincia di Pordenone – sempre col sorriso e una punta di ironia. Si ritiene fortunato ad essere riuscito a realizzarsi nell’impiego che aveva sempre desiderato. «Anche mio padre faceva l’artigiano, era calzolaio, oltre a lavorare nei campi».
Una passione che fin da subito è riuscito a trasmettere alla moglie – «Lei è il motivo per cui non sono più rientrato al mio paese», afferma con dolcezza – che ha operato al suo fianco come parrucchiera per tanto tempo. «Ho frequentato un corso a Udine, ma il mestiere vero e proprio me lo ha insegnato mio marito, che è stato un bravo titolare», spiega Elvia, che di anni ne ha 92 e, con orgoglio, racconta che è compito di Benito, ogni mattina, pettinarla in maniera ineccepibile. «Mia madre non ha mai un capello fuori posto e mio papà la sistema ancora con maggior cura se sa che deve uscire per la spesa», sottolinea il figlio Daniele, oggi 60enne, che da 43 anni è in bottega con Benito a condividere il lavoro di barbiere. «Ha contagiato anche me con la sua passione», aggiunge sorridendo.

Nel frattempo la porta della bottega di via Roma continua ad aprirsi. I clienti si susseguono, chi per un taglio, chi per regolare la barba. «Non riceviamo su appuntamento, ma cerchiamo di accontentare tutti», spiega il titolare, raccontando che in passato il negozio restava aperto al venerdì e sabato sera, dopo cena, anche fino a mezzanotte, per andare incontro alle esigenze dei clienti, per lo più contadini impegnati durante il giorno nel lavoro nei campi, e pure alla domenica fino all’una.
Le ferie, aggiunge il figlio Daniele (che ha anche un fratello, Marco, che ha scelto un diverso mestiere), «non sappiamo nemmeno cosa siano. Mai fatte. Ho sempre visto mio padre al lavoro, anche quando aveva la febbre. Tutt’oggi che ha qualche problema con un’anca nemmeno si sogna di mancare…».

Inizialmente la sede dell’attività – che aveva l’insegna “Barbiere” sostituita qualche anno fa dalla scritta “Parrucchiere”, anche se all’incrocio principale di Dignano ancora si intravede la parola “Barbiere” dipinta sul muro di un edificio, a indicare la direzione per trovare Benito – era vicino al Municipio del paese, poi giusto a qualche metro di distanza dall’attuale negozio. «In seguito abbiamo comperato questo stabile, ricavando al primo piano la nostra abitazione. E qui, dove c’era una vecchia stalla, abbiamo realizzato due saloni, uno per uomini e uno per donne». Col tempo però Elvia si è specializzata anche in tagli maschili, lavorando sempre più fianco a fianco con Benito. Che ancora oggi è il titolare al timone del negozio, sempre attento che tutto sia a posto, svela il figlio Daniele. «Nelle pause, della manutenzione si occupa lui assicurandosi che ciascun attrezzo – forbici, rasoi elettrici e non, spazzole, asciugacapelli – sia funzionante, pulito e in ordine».
Alle pareti della bottega sono appese molte pagine della storia del barbiere di Dignano. Tanti riconoscimenti e attestati per la longevità dell’attività e la fedeltà al mestiere, insegne pubblicitarie di un tempo andato, arnesi ormai in disuso, ma che hanno accompagnato i passi della sua professione. E pure testimonianze dei suoi affetti – che si intuisce essere parte fondamentale della vita del longevo barbiere –, come le tante medaglie e le coppe di Daniele che nel tempo libero è un campione di enduro, e i mosaici di Elvia che ha sempre avuto la passione di fare con le mani.

Una bottega che “racconta” tanto del sogno di un giovane che a quasi mille chilometri di distanza dalla sua terra d’origine è riuscito a realizzarsi, mantenendo inalterati nel tempo la passione per il suo lavoro e l’amore per la famiglia che ha costruito insieme alla ragazza di Dignano – «Era ancora più bella di adesso», aggiunge scherzando – di cui si è innamorato durante il periodo di leva.
E in sintonia con quella che è stata la sua vita, sempre dedita al lavoro, il suo futuro lo immagina ancora in bottega. Dove lo si può trovare puntuale ogni mattina dalle 8.30.
Monika Pascolo













