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Udine e dintorni

Opere ritrovate online e restituite alla Diocesi

Un sentito grazie dell’arcivescovo Riccardo Lamba al capitano Giorgio Zarantonello del Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di Udine ha concluso, lunedì 24 novembre, nella sala del Trono del Palazzo Arcivescovile, sede del Museo diocesano, l’ultima delle numerose restituzioni alla Diocesi di beni culturali ecclesiastici. Questi sono stati recuperati grazie al monitoraggio sul web e sulle piattaforme di e-commerce con indagini avviate dal 2024 al 2025. Due i dipinti di devozione restituiti, raffiguranti su tela una santa Caterina da Siena e su legno un delicato volto di Madonnina, provenienti da edifici di culto della Diocesi, il cui patrimonio è stato devastato e disperso anche a seguito del terremoto e indebitamente acquisito da privati.
530 i documenti archivistici della Curia udinese tra ‘700 e ‘900 restituiti, su circa 2600 beni culturali archivistici cartacei e librari recuperati. Archivi e biblioteche, beni spesso sottovalutati – non dai ladri però – subiscono continue manomissioni e indebite commercializzazioni sul web. Mons. Sandro Piussi, delegato ai Beni culturali, ha messo in rilievo l’importanza dell’”Enchirìdion Parochorum”, un manuale per l’amministrazione parrocchiale scritto dall’arcivescovo di Udine Giovanni Berengo nel 1902 . Un oggetto importante e caro al vescovo che si fece raffigurare con in mano proprio questo libro nel ritratto nella sala del trono. Il manuale è stato scovato dai Carabinieri sull’e-commerce dov’era stato pubblicizzato per la vendita.
Le opere dell’arte cristiana come anche i documenti sono altrettante testimonianze della nostra cultura e della vivacità della nostra vita ecclesiale: è un patrimonio fragile, costituito anche in chiese lontane in luoghi impervi. Per questo mons. Piussi ha affermato che «il primo soggetto che tutela e protegge i beni culturali sono i parrocchiani stessi, che ne detengono la proprietà, per cui spetta a loro il dovere morale di conoscere, custodire e tramandare questi che sono segni materiali della fede. È necessario che questa attenzione sia attiva nelle collaborazioni pastorali».
Considerazioni condivise anche dal capitano Zarantonello, che ha ribadito l’importanza della schedatura corredata dalla fotografia dei beni da tutelare affinché le opere possano essere riconosciute e restituite agli aventi diritto.
Gabriella Bucco

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